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martedì 27 ottobre 2009

I Buddha di Bamiyan

di primo

I Buddha di Bamiyan erano due statue del Buddha scolpite da una setta buddista nelle rocce della valle di Bamiyan, in Afghanistan, a circa 230 chilometri dalla capitale Kabul e ad un'altezza di circa 2500 metri; una delle due statue (alta 38 metri) risale a 1800 anni fa, l'altra (alta 53 metri) risale a 1500 anni fa.

Decreto del marzo 2001: "In base al verdetto del clero e alla decisione della Corte Suprema dell’Emirato Islamico, tutte le statue in Afghanistan devono essere distrutte. Tutte le statue del paese devono essere distrutte perché queste statue sono state in passato usate come idoli dagli infedeli. Sono ora onorate e possono tornare a essere idoli in futuro. Solo Allah l’Onnipotente merita di essere adorato, e niente o nessun altro".

Il ministro dell’Informazione Qudratullah Jamal disse: "Questo lavoro non è così semplice come la gente può pensare. Non si possono tirar giù le statue bombardandole perché entrambe sono incise e solidamente attaccate alla montagna”. I due Buddha vennero demoliti a colpi di dinamite e cannone nel marzo 2001. Ci volle quasi tutto il mese.

Nel 2003 i Buddha di Bamiyan sono stati riconoscuti come Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO per queste cinque motivazioni:

1. Le statue del Buddha e l'arte rupestre della valle sono una rappresentazione fondamentale della scuola Gandhara nell'arte buddista dell'Asia centrale.
2. I resti della valle sono testimonianza di un importante centro buddista sulla Via della seta e dello scambio culturale tra arte indiana, ellenistica, romana, sassanide e alla base dell'espressione artistica dell scuola Gandhara.
3. Sono una testimonianza eccezionale di una tradizione culturale dell'Asia centrale ormai scomparsa.
4. La valle è un esempio importante di un territorio culturale che illustra un significante periodo del Buddhismo.
5. La valle è l'espressione monumentale massima del Buddhismo occidentale. È stato un importante centro di pellegrinaggio per molti secoli.

Ma con ogni probabilità i Buddha non saranno mai ricostruiti.

(Informazioni tratte da Wikipedia)

3 commenti:

Solimano ha detto...

Ho inserito il post in Stanze all'aria mettendo un'immagine sopra.
In fondo ala post, ho inserito alcune righe riguardo la conferenza che Barbara Schiavulli terrà stasera al Binario 7.

good night
Primo

Anonimo ha detto...

Avrebbe senso ricostruire oggi le due statue?
è un discorso grosso,
che riguarda i limiti del restauro.

su repubblica di ieri
Carlo Ginzburg, lo storico,
invitava a riflettere sul trilemma vero, falso, finto.

rifare oggi, con materiale riportato,
due statue ricavate dalla pietra
"per forza di levare"?

non sono d'accordo:
probabilmente bisognerebbe,
salvi i limiti tecnologici,
cercare di ricrearle virtualmente,
tipo un ologramma,
mettendo una monetina
nell'apposita scatola.

così salveremmo
il vero significato, oggi,
delle due ex statue:
un vero, impressionante monumento
alla ottusità, all'idiozia,
alla arroganza del fanatismo.

Solimano ha detto...

Alberto, difatti, i giapponesi avevano pensato agli ologrammi.
Concordo con le tue argomentazioni, soprattutto col "per forza di levare".
Mettiamola così: con la situazione attuale in Afghanistan (come ce l'ha descritta Barbara Schiavulli ieri sera), è impensabile qualsiasi progetto di ricostruzione, quindi occupiamoci d'altro.
Di questi tipi di monumenti all'ottusità ed al fanatismo ce ne sono stati molti altri, proprio in Europa. Solo che di quelli eretti da noi facciamo fatica ad accorgerci...

saluti
Primo