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giovedì 12 novembre 2009

la Televisiùn

di alberto

con frequenza intollerabile
ci propina ogni sera,
in ogni telegiornale,
un osceno rosario
di miserabili misirizzi.
ci frantumano i testicoli
- o le ovaie -
recitando i loro sermoncini
come le maschere
di una brutta commedia dell'arte.

per non parlare di cronaca nera,
di plastici e impronte.



a volte invece,
imprevedibilmente,

ci porta in casa
persone vere.




mi ha colpito in questi giorni
il bel viso dolente,
la pacatezza, la dignità
di Ilaria Cucchi,
sorella di quel povero Stefano,
massacrato di botte, e accoppato,
tra patrie galere,
patrii tribunali,
e paterni insulti
di ignobili sottosegretari.





4 commenti:

Dario Chiarino ha detto...

Già...la televisiun..
Non ne posso più delle vicende sportive, commerciali, sanitarie, giornalistiche, politiche e di costume che riguardano Berlusconi e i suoi comprimari, il calcio parlato e quello urlato, le dietrologie con e senza rumore e, in genere, tutto ciò che interessa anche al pubblico de “Il grande fratello” non esclusa la portinaia del condominio qui di fronte e cinque su sei cassiere dell'Esselunga.
Che dire inoltre delle squallide prestazioni televisive di quei leaders, di centro e di periferia, del nord e del sud, che passano la maggior parte del loro tempo a insultarsi vicendevolmente ed a lottare per assicurarsi poltrone più o meno redditizie, anziché occuparsi dei problemi reali del nostro Paese?
Né sono da preferire i vari servizi di attualità, dove la solita sinfirosa sbatte il microfono sotto il naso della solita donna scarmigliata chiedendole: “Cosa si sente sapendo che suo marito è stato accoltellato da suo cognato?…”, ovvero, rivolgendosi ad un esponente della Lega: “Che cosa ne pensa di quella partita di marocchini surgelati trovati al mercato del pesce di Milano? “
È agevole evitare tutto questo? E poi, che cosa resta ad un povero pensionato? A parte la lettura di un buon libro, forse una salutare passeggiata?
Fuori di casa sei vittima degli ossidi di azoto e di carbonio, delle polveri fini e dei decibel del traffico, delle frequenti deiezioni canine sui marciapiedi e di altre piacevolezze legate alla vita nei centri urbani.
Allora sei tentato alla maniera dell'Amleto shakespeariano, di esclamare: Essere o non essere?: questo è il problema…, s'egli sia meglio sofferire i lazzi e i modi di Berlusconi & C. o andar tra i fumi, i gas di scarico e i canini stronzi e, ignorando i primi, cercar di uscire indenne dai secondi…

ottavio ha detto...

caro Alberto,
ci sono soluzioni drastiche come la mia: guardare la tv (italica) il meno possibile (es. orecchiare verso un tg all'ora dei pasti, guardare qualche raro buon film etc) ed occupare le ore serali in altre faccende (che possono essere tante) oppure individuare qualche spazio di libertà/qualità dove possibile.
Senza dover provvedere a contrarre impegni con servizi a pagamento è possibile accedere via satellite a canali tipo BBC o CNN, che con i loro servizi worldwide ci fanno sollevare dalle miserie di casa nostra, oppure al canale Art'é che sforna degli ottimi programmi culturali (e in più ci permette di rinfrescare il nostro francese o tedesco).
Inoltre, il digitale terrestre che ci dovrebbe capitare tra un anno, se non sbaglio, ha il vantaggio di permetterci di scegliere tra un alto numero di canali, anche di piccole emittenti, quindi sulla carta è "più pluralista" (vedremo).

Questa nuova "concorrenza" potrà dare più spazio alle persone vere e meno ai nani e ballerine?

Saluti
Giorgio Casera

Solimano ha detto...

Eppure. Non nè la televisione di per sé, come strumento. E' l'uso ed abuso odierno. Pochi anni fa scrissi un articolo intitolato:
"Trentadue buone ragioni
(per guardare la televisione)
", che è pubblicato in rete qui

Eccone un bigino:

- Pinocchio e Cuore di Comencini. Pinocchio lo sanno tutti, ma anche Cuore, che ebbe in sé qualcosa di molto democratico (Garrone fa il macchinista del treno dove Enrico viaggia in prima classe), ma fecero finta di niente e Comencini, a cui la narrazione fluviale stile sceneggiato andava benissimo, non fu più utilizzato, ed oggi siamo alle elisadirivombrosa.

- Il Mulino del Po di Bolchi. Ma in questo punto metto le tante cose buone di Bolchi, che ti dava sempre più di quello che ti aspettassi.

- L'Idiota, quello con Albertazzi, Volontè, Proclemer, Guarnieri.
4. Mastro Don Gesualdo di Vaccari. Vaccari è durato meno di dieci anni...

- Roberto Benigni in Televacca e nelle critiche ai film che non aveva visto.

- Blob, con l'aggiunta dei film nottetempo di Fuori Orario.

- Ferrini, Frassica e la Marchini. Forse hanno ballato una sola estate, ma i documentari su "come si costruiscono i cancelli" e "l'amore istruisce e diverte al tempo stesso" (verissimo!) sono come les neiges d'antan.

- Mina. E basta. Da Tintarella di luna tintarella color latte in poi. Non sono molto selettivo, con Mina.

- Corrado e Sabina Guzzanti. Anche Marcorè. Corrado in Quelo, Scafroglia e Fascisti su Marte non è che faccia molto ridere, è che ci lascia a bocca aperta come i modenesi, che non bisogna raccontargli una barzelletta il sabato sera se no ridono la domenica alla messa di mezzogiorno. Ma è decisamente troppo, per la televisione.

- Walter Chiari, qualche volta ho rischiato di slogarmi la mascella. E non solo per il Sarchiapone: le mille espressioni di Warner Bentivegna (che poi erano una sola) o Marlon Brando modello Un tram che si chiama desiderio, che faceva l'assorto ricordandosi però di mettere in mostra i bicipiti.

- Luca Zingaretti, fa il Commissario Montalbano con una facilità irritante. Secondo me arriva cinque minuti prima, gli spiegano la situazione e lui la veste di battute lì per lì. Comodo, troppo comodo.

- La squadra di Sciuscià, Santoro escluso. Peccato, perché a sentirlo parlare in cento persone è uno intelligente, strutturato, organizzato come cose da dire. Ma l'audience gli dà alla testa.

- Enzo Jannacci. Sono quarant'anni che gli voglio bene, anche se ne ha scritte troppe.

- Romano Prodi. Sempre goffo, mai volgare. Il suo avversario, è esattamente il contrario.

- Teocoli: Cossutta, Prisco, Confalonieri, Cuccia!!! Però quando cade, cade di brutto.

- Paolo Cevoli. Fatti, non pugnette! A leggerlo però non rende, ma come Assessore di Roncofritto l'avrei votato alle primarie del Partito Democratico.

- Federico Zeri. Sgarbi se lo sogna ancora tutte le notti: lo odia, lo ama, lo invidia, soprattutto.

- Gassman, ma solo nel Mattatore. Una volta, non ricordo se dopo aver recitato un canto di Dante o dopo un collegamento col Moulin Rouge con le ballerine a gambe nude (sob!), si fece riprendere in pigiama, coperto in un lettuccio e con la berretta in testa: ciò in chiusura di trasmissione. Un'altra volta asserì che gli attori maschi - tutti, lui compreso - in camerino fanno la pipì nel lavandino, e difese questa scelta di libertà. Ma la televisione è uno scatolotto, lui era troppo grande e grosso. E bello, cosa che trovavo antipaticissima.

- Philippe Daverio. Conosce bene molte piccole cose che aprono la porta alle grandi.

- Gigliola Cinquetti e Sabina Ciuffini, per motivi diversi ma congruenti. Sì, Cinquetti e Ciuffini! Embè?

Ma mi faccio la domanda vera: è tutta nostalgia, la mia, o lo è solo in parte? Come mi piacerebbe che la mia fosse tutta nostalgia e che la televisione di oggi in realtà fosse più o meno come quella di ieri o dell'altro ieri! Ma non credo.

saluti
Primo

Claudio ha detto...

La televisiun la g'ha na forsa de leun, la televisiun la g'ha paura de nisun, la televisiun la t'endormenta cume un cuiun - Enzo Jannacci.