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venerdì 6 novembre 2009

LA VENDETTA DEL BANDITO

di giorgio crippa





Amo la Valsassina che considero un po' come una mia seconda casa.

La frequento dal 1943 quando i miei genitori sfollarono per sfuggire ai bombardamenti.

Dopo la guerra, salvo qualche sporadica parentesi, per molti anni ho passato le vacanze a Margno.


Ho conosciuto l'Ambrogio, persona molto interessante, che aveva due grandi passioni, la caccia e l'allevamento delle api. Gestiva un negozio di articoli di abbigliamento sportivo e il suo locale era un punto d'incontro obbligato tutte le volte che salivo in valle.

Sebbene si allontanasse raramente dal paese, Ambrogio coltivava molti interessi; con lui la conversazione spaziava dalla politica alla storia, ai fatti del mondo.

Da lui ho appreso per la prima volta la leggenda del bandito Lasco, delle sue scorribande in Valsassina, avventure ambientate attorno al 1600.

In anni recenti il comune di Parlasco, che conta poco più di 100 residenti, ha dato libero spazio ad artisti che hanno affrescato le mura di diverse case con episodi tratti dalla vita del bandito raccontata da Antonio Balbiani nel suo storico romanzo.

La fine di Lasco, ferito ed inseguito dai gendarmi, pare sia avvenuta nel greto di un torrente che precipita dal Pian delle Betulle lambendo il paese di Margno.

Per tutti quel torrente si chiama "il Bandito", è quasi sempre in secca, ma quando scoppiano violenti temporali si rianima.

Uno dei desideri di Ambrogio, che ormai si è ritirato dall'attività e si dedica solo alle api, è quello di campare sino a quando potrà assistere alla sua vendetta.

Infatti, in epoca recente, per far posto ad un ennesimo condominio per le vacanze, è stato deviato il corso del torrente che ora non procede più in modo rettilineo ma compie una deviazione girando attorno al fabbricato.

Per Ambrogio una cosa è certa, un giorno il Bandito spazzerà via il fabbricato abusivo, augurandosi che non ci siano vittime, come avvenne nel 2002, quando a seguito di piogge torrenziali per quindici giorni, si è staccata una grossa frana sopra l'abito di Bindo i cui abitanti si sono salvati grazie alla provvidenziale ordinanza di sgombero che il Sindaco aveva notificato poche ore prima del disastro.

5 commenti:

Solimano ha detto...

Ogni posto ha il suo bandito (che diventa un Robin Hood nella cultura popolare). In Romagna avevamo il Passator Cortese, ma un Bandito che diventa Torrente non ce lo saremmo mai inventato.

grazie Giorgio e saluti
Primo

ottavio ha detto...

Forza Lasco!

Quel condominio in mezzo al bosco grida vendetta.
Se penso che qualcosa del genere possa succedere anche al mio paesello, mi vengono i brividi...

Giorgio Casera

Claudio ha detto...

è possibile identificare una analogia con la palude in cui può trasformarsi la Cascinazza, in assenza del canale scolmatore?

Anonimo ha detto...

non credo che il Lasco
potrà riuscire a travolgere
l'intero edificio,
ma presumo che qualche masso
con schizzetti di fango
potrà arrivare in un soggiorno
o in una camera da letto.

e mi pare già di sentire
le voci stridule di certe sciurette
e quelle rauche dei loro sposi
che pretenderanno la proclamazione
dello stato di calamità naturale

lasko ha detto...

non conoscevo la storia del bandito lasco, grazie:)
giuseppe lasco