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mercoledì 16 dicembre 2009

blow-up

di roberto

Ricevo da Mariella e volentieri propongo




Ci mancava quest'ultimo sgradevole incidente perché il clima di questo paese, già da tempo irrespirabile, diventasse mefitico. E non si può non respirarlo, perché oramai è entrato dappertutto,nelle strade, nei luoghi di lavoro, nelle case, persino nelle Chiese. Questo clima ha un nome, che non è quello di Copenaghen, anche se ne condivide futuribili minacce, ed ha una sua lunga storia che oggi sta indubbiamente raggiungendo l'apice nell'episodio di Piazza Duomo e nelle violente risse che si sono scatenate soprattutto nel campo dell'editoria, tra giornalisti embedded, abituati a mentire spudoratamente e giornalisti veri, pochi, ora esposti a chissà quali rappresaglie. La storia, che ricalca un codice ben preciso, si può riassumere in progressive ostensioni al POPOLO (parola magica e densa di significato): l'ostensione della RICCHEZZA, quella del CORPO, quella del SANGUE. Ora l'ultimo colpo di scena: l'ostensione del PERDONO e dell'AMORE CHE VINCE L'ODIO.
Appare evidente che il processo di santificazione si sta avvicinando alla sua conclusione. Allora, dico io, perché non risolvere il problema della sicurezza di questo santo (considerato che i 12 pretoriani 12, per quanto palestrati e minacciosi, non sono riusciti a difenderlo da una statuetta-souvenir) offrendogli una luccicante e confortevole PAPAMOBILE? Oltretutto il personaggio sarebbe al di sopra della folla e non saremmo costretti a fare faticosamente il blow-up dei fotogrammi che, così come sono, suggeriscono interpretazioni non sempre chiarificatrici dell'accaduto.

Roberto

3 commenti:

Solimano ha detto...

Roberto, su questo tema, proprio ieri ho scritto un post in Stanze all'aria, col titolo: "Con la presente legge si vieta l'odio". Lo trovi qui.

Ho apprezzato solo le dichiarazioni di Rosy Bindi e anche quella di Antonio Di Pietro, di cui Pippo Civati ha detto che è una idiozia (Di Pietro ha semplicemente detto: "sono contro la violenza, ma Berlusconi istiga").
A me sembra una idiozia pericolosa, sfacciata e che prende per i fondelli le persone sia l'autoproclamarsi "Il Partito dell'Amore" come fa da anni Berlusconi. A meno che l'Amore che intende lui sia quello ormai noto di Palazzo Grazioli.

La sensazione è che, quando si usano argomenti del genere, i nostri non sappiano che pesci prendere e che nell'incertezza non ne prendano nessuno.

grazie Roberto e saluti
Primo

Gauss ha detto...

Per me, la barbarie dell'amore e dell'odio (roba da faida di San Luca, mica da repubblica democratica), è nata il giorno in cui è caduta in disuso la frase rituale "sarò il presidente di tutti". Certe parole possono sembrare retoriche e scontate, ma a guai a censurarle (perchè di censura si è trattato, mica di dimenticanza), poi se ne pagano le conseguenze.
Perchè le parole sono il nome delle cose, e l'assenza di queste parole significa che il presidente voluto dalla maggioranza lo sarà solo per la maggioranza che lo ha voluto, e che presidente di tutti lo diventerà quando tutti saranno passati dalla parte che lo ha voluto. Ma se è questa la parte che ama e che lo ama, per cos’altro se non per odio c’è chi si sottrae al suo amore e non lo ricambia?
Non lo invidio. Questa antinomia amore - odio è anche la sua condanna. Come un tossico, ogni giorno ha bisogno della sua dose di sondaggi, indici di gradimento, bagni di folla, inni alla “meno male che Silvio c’è” che gli confermino di essere amato dai più, e che siano sempre di più. Senza amore, addio legittimità.
Siamo prpprio messi male, quando mai, come dovrebbe chi governa, potrà correre il rischio dell’impopolarità?

Gauss

Claudio ha detto...

Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.