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giovedì 18 marzo 2010

In memoria di Primo


abbiamo già annunciato la scomparsa di Primo Casalini,
grande amico personale di alcuni di noi, grande amico della nostra associazione.
Primo, in arte Solimano, ha voluto, creato e sostenuto questo blog. Lo vogliamo ricordare anche qui, e pensiamo di farlo con le parole di Roby
ospite abituale di
Stanze all'aria, uno dei blog cui Primo aveva dato vita
e lì comparse,
sotto forma di commento, eccole:

Nessuno più di me è lontano da questioni di preveggenza, di sogni premonitori, di "Io me lo sentivo che sarebbe successo". Però io LO SAPEVO. Non so come spiegarvelo. Sono ancora impietrita dalla notizia. Eppure NON MI HA SORPRESO. La temevo, ma me l'aspettavo, pur non sapendo nulla del quadro clinico di Primo. E adesso -mi chiedo- cosa faccio? Ho imparato a scrivere in rete grazie a lui, ho piantato tutto e poi ho ricominciato solo perchè lui insisteva, non mi mollava, voleva ad ogni costo che non appendessi la tastiera al chiodo, mi rimproverava -ma con dolcezza!- e finiva sempre i messaggi con SALUDOS e BESOS. Sono stata così fortunata dal conoscerlo anche di persona: 1.80 di barba-capelli-voce tonante e occhi vivi, buoni, birichini. Una chiacchiera continua, salti in lungo e in largo dalla politica all'arte, dalla religione al gossip, dalla gastronomia alla critica letteraria. All'inizio mi faceva un po' paura. Soggezione. Reverenza, dovuta alla differenza di età. Poi è stata solo amicizia, e affetto, e rispetto reciproco. Ed ora il rimpianto di non averlo salutato per l'ultima volta, e una fitta di dolore acuto pensando che fra le e-mail in arrivo non leggerò più il suo indirizzo, che non scriverò più "Caro Primo" tra la posta inviata, che non attenderò più trepidante un suo commento -preciso competente spassionato- sul mio ultimo post... Insomma, adesso basta, fermatemi, staccatemi la presa del pc, altrimenti vado avanti altre 50 righe a parlare di lui, a ruota libera, in attesa che finalmente il ghiaccio sul cuore si sciolga, che le lacrime arrivino, che il cervello si sblocchi mettendo a fuoco che sì, accidenti, è proprio vero... ...Primo non c'è più. R.

7 commenti:

Habanera ha detto...

Ciao, amico caro e indimenticabile.
Anche questo blog è una tua creatura e voglio salutarti anche qui, con affetto e rimpianto.
Grazie per tutto quello che ci hai regalato di te, per tutto quello che ci hai lasciato.

Habanera

Roby ha detto...

Vengo a sapere ora da Ottavio (in un commento a Stanzeallaria) del progetto di raccogliere gli scritti di Primo dal 2002 in poi. Splendida idea: teneteci aggiornati!

Baciottoni

Roby

Anonimo ha detto...

lo faremo certamente,
Ottavio ha già cominciato a lavorare al progetto.

al termine di una prima ricognizione,
con le idee più chiare su cosa ci aspetta,
potremo valutare insieme le alternative
e decidere per il meglio.

per ora vorrei che ci passasse questa afasia
che non ci consente di riprendere a scrivere.

ciao Roby, ciao Habanera, grazie
a

Giuliano ha detto...

Il blog sul cinema si sta riempiendo di commenti di spam.
Forse sarebbe il caso di fare un po' di pulizia e di bloccare i commenti (con la "moderazione dei commenti"), se nessuno tiene più d'occhio il blog giorno per giorno.
Tenendo conto che sabato è il 3 aprile, sarebbe un piccolo regalo di compleanno.

ottavio ha detto...

Grazie, Giuliano, per la segnalazione. Ora provvedo e starò più attento in futuro.

Non immaginavo ci fossero tanti seccatori!

Saluti
Ottavio

Giuliano ha detto...

Buona Pasqua, Ottavio! Auguri a te e a a tutti gli amici di Primo che ho conosciuto anch'io, nella nostra passeggiata a Brera.

annarita ha detto...

In queste pagine dense e corpose ho ritrovato lo spirito, la cultura, la leggerezza mai superficiale, l'ironia di Primo, amico blogger virtuale al quale mi ha legata un breve, ma denso rapporto di reciproci commenti ai rispettivi blog. Le Novellette degli odori sono un tuffo dei sensi in una realtà a volte lontana nel tempo, che Primo riesce a rendere fresca e attuale e a farci condividere benché sia intessuta di suoi ricordi. La grande bua è l'asciutta e rigorosa osservazione di se stesso nella fase buia e straniante di un periodo di depressione, esplorato e descritto senza autocommiserazione o banalità. Una lettura intensa che mi ha restituito la vigorosa narrativa di primo ed ha acuito il rimpianto per ciò che avrebbe ancora potuto fare, se fosse rimasto più a lungo tra noi.
Annarita