
Sono finiti i bei tempi nei quali la parlata straniera nel nostro paese era facilmente individuata come inglese, francese, tedesco e, qualche volta, spagnolo. Magari si capiva poco o nulla del discorso ma di che lingua si trattasse non c'erano dubbi. E poichè erano lingue del "nostro" mondo occidentale ci sembravano quasi di casa, parlate dai nostri vicini (come un veneto che sente parlare un lombardo o un emiliano, ma non un romagnolo o un sardo...)
Ahimé, la caduta del muro di Berlino prima e la globalizzazione poi con le conseguenti migrazioni che questi eventi hanno portato, hanno messo in crisi questo confortevole modello.
Ora a malapena si intuisce lo slavo (ma di quale nazione?). Anche l'arabo si può riconoscere per via dei fonemi aspirati (ma si parla lo stesso arabo dal Marocco alla Siria?). I genitori dei bimbi che giocano vicino alla mia nipotina vengono, penso, dall'Asia meridionale, ma da dove? Pakistan? Sri Lanka? Il loro linguaggio non aiuta a definirlo. E i "vu cumprà" del parcheggio dell'Ospedale nuovo, tutti neri, con quale lingua o dialetto africano si scambiano impressioni sul "business"?
Meno male che a Monza c'è una nutrita colonia sudamericana...