di edoardo Il dialogo si svolge via mail, in seguto alla visione del film "KATYN" dopo che il professore, a fine proiezione, ha commentato la pellicola.caro professore,
sempre con la massima stima per la sua onestà intellettuale, sia io che mia moglie e qualche altro spettatore siamo rimasti stupiti per la sua affermazione che il validissimo e civile film di ieri sera non abbia avuto sufficiente distribuzione in italia per colpa ..del PD, PDS, DS e PCI, che , praticamente decidono sulla distribuzione delle pellicole in Italia!
Le allego tre ritagli di giornale, uno dell'Unità in cui, oltre a valorizzare questa pellicola, si invitano tutti i lettori a recarsi a vederlo: l'altro, della Repubblica (e il terzo di un giornale in line) in cui, oltre a parlarne in termini positivi, si stigmatizza il fatto che i grandi distributori, quelli delle multisale (che non mi pare siano succubi della dittatura culturale della sinistra), continuano a penalizzare pellicole indipendenti per motivi commerciali e -forse- politici: non è successo lo stesso con qualche film di Michael Moore, e di un film su Berlusconi (non il Caimano), che si è visto solo in sale private?
Non ha detto lei che Putin ha rimesso il segreto di stato su quell'episodio? Non sarà che "forse" il proprietario della Medusa Film non vuole dispiacere all'amico già capo del KGB?
Inoltre, se cerca su internet alla voce film Katyn, troverà una serie di segnalazioni di cinema d'essai e centri sociali dove si è proiettato questo film.
L'unica recensione negativa l'ha fatta Michele Anselmi sul ..Giornale in marzo 2009, anche se è stato poi subito sconfessato dal suo direttore.
Come avrà visto la sua affermazione, ieri sera ha subito dato adito al commento "e così si vede a chi è realmente in mano l'informazione in Italia"!
Se questa mia la convincesse, mi piacerebbe che facesse una una sua breve precisazione al riguardo, in occasione della prossima proiezione.
Con stima e simpatia
lo spettatore
egregio spettatore,
indubbiamente suggestiva la sua affermazione su berlusconi - putin; tuttavia katyn è crimine staliniano e il film ha avuto grande successo in proiezione solenne a mosca.
(invece sembra che dopo la prima proiezione è stato ritirato. n.d.spett.)
invece negli articoli da Lei inviatimi si ricorda che la mostra di venezia - indubbiamente governata dalla sinistra, con i suoi film indulgenti sui terroristi (veda ultima edizione) e le innumerevoli pellicole contro berlusconi, ivi ospitate non ha accettato in concorso uno dei pochi capolavoir del nuovo millennio cinematografico
certo unità e repubblica devono parlarne bene, ma poco
se si riaprisse in italia un dibattito su katyn diverrebbe subito un dibattito sulle menzogne del PCI che non solo sconfessò l'allora titolato testimone italiano (non ricorod il nome) al riguardo (anni cinquanta) ma che ne pretese la cacciata dall'università di napoli dove insegnava medicina
il passato non passa mai quando è di queste proporzioni tragiche e la zelante connivenza italiana (del pci e dell'unità, giornale che è tutt''ora nelle edicole e ora parla bene del film!!! ma, si sa, fecero lo stesso per tito, grande eroe fino al giorno in cui divenne sporco fascista per ordine di stalin, sempre sulle pagine dell'unità) su katyn è una macchia nella storia della sinistra italiana non minore dell'appoggio all'invasione dell'ungheria che fu addirittura sollecitata da togliatti
riaprire un simile dibattito in italia, lo stato che ospitò il più potente partito comunista occidentale, sarebbe un vero e propio gesto masochistico per il pd che egemonizza, senza possibilità di dubbio, la cinematografia italiana dal 1945 (sulle tv il discorso è differente)
dunque meglio far finta di niente - film televisivo ecc.
così mi sembra, e così sembra anche a wajda (vedi sue dichiarazioni) - d'altronde che certo passato non passi lo dimostrano il divieto recente in polonia di esibire qualunque simbolo comunista, ora parificato ai simboli nazisti e la bocciatura di d'alema a min. esteri europeo proprio a causa del suo passato nel pci
così mi sembra, ma posso sbagliare
grazie per la graditissima mail
cordialmente
il professore
caro professore,
certamente anch'io posso sbagliare e comunque non ritengo di possedere certezze assolute, salvo quella che tra dittature e democrazie (reali) sto decisamente dalla parte di queste ultime, pur con tutti gli inconvenienti che queste possano avere: per farmi intendere meglio sono stato sempre Mazziniano nonchè grande estimatore (ed amico) dello scrittore Claudio Magris del quale condivido spessisimo il contenuto dei suoi scritti.
Spero pertanto che non mi voglia catalogare anche lei tra i "comunisti" se ritengo sempre validi principi della rivoluzione americana (De Toqueville, Montesquieu), la dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789, la dichiarazione dell'ONU del 1948, ecc.e invece detesto gli atteggiamenti populisti e falsamente semplificatori (per non dire altro) dei vari personaggi passati e attuali.
Tornando alla distribuzione del film Katyn, le ricordo che fu comunque proiettato a Venezia, sia pue in "tono" minore (gli imbecilli esistono d'appertutto, bisogna vedere solo dove sono la maggioranza), e che se le case di distribuzione (non certo di sinistra!)avessero ritenuto che fosse un film di cassetta, non avrebbero esitato un solo momento ad aggiudicarselo: business is business!
Comunque la ringrazio di aver voluto colloquiare con me e le rinnovo stima e simpatia
lo spettatore
caro spettatore,
sono sempre stato certo che un netto rifiuto del totalitarismo comunista accomuni il nostro (suo e mio) modo di vedere
diciamo che il mio anticomunismo arriva a considerare i totalitarismi di destra quali disgraziate reazioni transitorie alla minaccia comunista (pinochet - franco - mussolini e perfino hitler)
insomma nel mio modo di pensare la storia niente comunisti - nessun fascismo
inoltre rimango dell'idea che tra i due mali il fascismo (nelle sue varie forme) sia migliore in quanto lascia agli individui la libertà nella sfera economica mentre il comunismo toglie ogni forma di libertà, politica ed economica
concordo ovviamente sui principi generali (diritti dell'uomo) e sulla difesa della democrazia anche se non ho gran simpatia per il 1789 da cui discesero il terrore e la macelleria napoleonica
penso che, nel tempo, diverrà più importante il 1989
tra i selvaggi di rousseau e e i lupi di hobbes, scelgo i lupi
cordialmente
il professore
caro professore,
sempre che abbia tempo e voglia per continuare questo interessante scambio di opinioni, vorrei aggiungere qualche considerazione.
Come saprà anche Croce (ed altri liberali) ritenevano che il fascismo sarebbe stato un male transitorio (non ricordo le precise parole): purtroppo, secondo me, se non fossimo entrati in guerra (persa), avremmo ancora qualche bel regime autoritario: la maggioranza degli Italiani spesso (ma non sempre) preferiscono essere sudditi (delegare) e non cittadini (partecipare).
E il fascismo, non solo non era liberale, ma nemmeno liberista: il corporativismo, il protezionismo, la lotta alle democrazie plutocratiche e reazionarie!
Siamo entrambi d'accordo che il comunismo ha fallito tragicamente, ma non lo confonderei con il socialismo che aveva cercato di dare risposte rivelatesi sbagliate a problemi sociali che esistevano e sussistono.
Anchio non ho nessuna..simpatia per la degenerazione della rivoluzione francese, che, come è noto fu voluta dalla borghesia, anche se più tardi seguì tutto "il terzo stato".: ma il cambiamento culturale che ne conseguì in tutta Europa è qualcosa che ancora oggi viviamo. E' deprecabile anche Napoleone che "esportò " per primo la democrazia con le armi, solo che, a differenza di Bush con lui le idee (che per primo tradì) si diffusero.
E poi quale era la situazione politica alla fine del '700 in Europa? E la restaurazine con il Congresso di Vienna dopo?
Senza i principi (e non gli eccessi) del 1789 ci sarebbe stata la lotta agli assolutismi, la Carboneria, i moti liberali, il '48, il Risorgimento Italiano?
Non ho capito il riferimento a Rousseau: mi ricordo che lui parlava del "buon" selvaggio che viene traviato dalla società (troppo vecchie reminiscenze scolastiche!)
Una parola sulla libertà economica: il liberismo di Smith, Ricardo ecc. mi pare che abbia portato un indubbio e grande sviluppo economico, ma abbia di molto accentuato il divario economico tra gli stati e dentro gli gli stati: sempre se si considera un valore non un'astratta "egalitè", ma una accettabile distribuzione della ricchezza ed eguali opportunità per le persone e le nazioni.
Mi pare che oggi ci sia una rivalutazione di Keynes, senza trascurare il neo-colbertismo di Tremonti, non le sembra?
Se non ha tempo per rispondermi non mi offendo!
con stima e simpatia
lo spettatore
Quello scambio di opinioni si fermò qui.Mi piacerebbe che qualcuno volesse aggiungere qualcosaEdoardo