Arnoldo e suo fratello Piero erano vecchi amici di Giogio e Piero Colombo, papà e zio di Alberto. Una amicizia allegra che risaliva su per li rami ai loro genitori fino dai tempi in cui erano tutti e quattro, i nonni Foà e i nonni Colombo, giovani sposi a Ferrara.
Dirce e Valentino Foà, Ilda e Alessandro Colombo erano stati vicini di casa e avevano poi mantenuto rapporti per tutta la vita, attraverso trasferimenti e vicissitudini fino a quando i Colombo sono scomparsi tragicamente nella shoah.
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Io da ragazzina, ancora lontanissima dal matrimonio e dall'emigrazione al nord, avevo l'incarico insieme ad altri giovani ebrei, di raccogliere le offerte per la comunità ebraica, presso le famiglie e i negozianti di una certa zona. Andavo anche dai Foà. La signora era gentile, vestita di nero, alla cassa, lui burbero e, nel mio ricordo, alto magro e con un camice grigio per non sporcarsi i vestiti, mi faceva un po' paura.
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In questi giorni della morte di Arnoldo Foà sono tornati alla mente mia e di Alberto questi ricordi minimi di gente buona e gentile, simile a quella descritta da Primo Levi nel suo racconto Argon del Sistema Periodico.
Le foto le ho prese da Google tranne questa, emersa inopinatamente
rovistando nel fondo del computer: