Buongiorno,
Santità,
malgrado
io sia decisamente di un'altra parrocchia, ebreo e miscredente, sono
un Suo sincero estimatore.
Apprezzo
molto le Sue aperture e
il fatto che accetti di mettersi in relazione, anche epistolare, con
gli altri. Ho deciso quindi di scriverLe anch'io.
Per
risparmiare il francobollo e per non metterLa in condizione di
pensare, anche per un solo momento di dovermi una risposta, Le scrivo
una lettera aperta:
Lo
faccio perché ritengo di star subendo un torto dalle autorità
ecclesiastiche della mia città e vorrei avere aiuto.
Le
spiego: abito a Monza, in via canonica 18.
Si tratta di una via che
ha origine in piazza del Duomo, rasenta la canonica dalla quale
prende il nome, e con un percorso tortuoso e interessato da alcuni
gradini gira intorno all'abside, passa davanti casa mia, e sfocia in
via Lambro.
E'
a tutti gli effetti una pubblica via, sennonché da qualche anno, in
corrispondenza dei lavori per la sistemazione del magnifico,
importantissimo museo del Duomo, è stato installato un cancello che
taglia in due la strada e impedisce di percorrerla per intero.
Ora,
i lavori sono finiti da un pezzo, ma il brutto cancello non solo è
rimasto, ma viene tenuto sempre chiuso, in spregio alla ragione, al
buon senso e perfino ad una convenzione tra il Comune e la parrocchia
del Duomo che ne prevede l'apertura, almeno nelle ore diurne.
Di tanto in tanto qualche pellegrino rimane imprigionato, effetto zoo..
Le
autorità civili, forse per eccesso di timidezza, non fanno applicare
la convenzione; i cittadini arrivano al cancello e sono costretti a
tornare indietro e a circumnavigare la cattedrale senza rendersi
conto che gli è stata di fatto sequestrata insieme alla via
canonica, una delle più suggestive zone della città. La saluto,
Santità, le faccio i miei migliori auguri, e La prego di far
arrivare fin qui la Sua voce.
Alberto Colombo
le foto, come si vede dalla pessima qualità, sono mie; quella di Papa Francesco di play.google.com o ABMdesign