Esaurito questo ulteriore ciclo di incontri ed esaurito in maniera scoppiettante resta da vedere il programma futuro della nostra associazione. Alberto chiedeva impegno ai soci per far impennare le sorti di Novaluna, constatando la facile imitabilità della formula "serata con..". Bene.
"Quali garanzie offre questo Stato per quanto attiene all'applicazione del diritto,della legge,della giustizia?Quali garanzie offre contro l'abuso di potere, l'ingiustizia? Nessuna. L'impunità, che copre i delitti commessi contro la collettività e contro i beni pubblici, è degna di un regime di tipo sudamericano: neppure uno dei grandi scandali scoppiati in trent'anni ha avuto un chiarimento...in ogni città e in ogni villaggio è possibile compilare un lungo elenco di malversazioni, di casi di concussione e di abusi rimasti impuniti....."Scritto trent'anni fa.
Vogliamo parlare del metodo mafioso divenuto sistema di intrapresa e di controllo ormai non solo nel sud Italia? Del potere illimitato sempre più in mano di pochi impegnati a regolare interessi propri in stretta vicinanza con figure discusse (utilizzate per l'accesso a quel potere o utilizzatrici finali di quel potere?)
Credo che il salto lo si possa fare parlando, continuando a parlare di quella che sembra essere la degradazione dello stato democratico illiberale italiano. Facendoci aiutare da chi questo tema lo tratta quotidianamente e impegnandoci a farlo diventare un laboratorio aperto a provocazioni ed esperimenti. Uscendo da questo silenzio rotto solo da poche voci distanti fra loro e messe in condizione di rimanere inascoltate. Facendo rete come si usa dire e controinformazione come si usava dire. Non c'è bisogno di utilizzare categorie del passato per sottolineare la miseria umana e morale di questo momento. Pippo Del Bono ha detto che l'Italia è un paese di merda. Sottoscrivo e aggiungo: vogliamo provare a fare qualcosa?
Roberto
4 commenti:
benvenuto a Roberto Faina,
e benvenuto a Toti per il post precedente.
sono molto contento che i nostri soci comincino
ad abitare questo spazio
anche se non è ancora il massimo della vita,
perché tuttora poco frequentato.
ho l'impressione che molti ancora
abbiano remore e blocchi che andrebbero superati.
allora vi voglio raccontare come è andata
questa prima volta di Roberto:
sulle prime non riusciva a entrare.
è bastata una telefonata a Primo
per sbloccare il primo ostacolo;
per le immagini abbiamo risolto insieme;
anche in questo caso, intervento telefonico ambulatoriale,
con operatore umano,
senza nemmeno passare per un centralino elettronico,
se volete appiccicare l'immagine
schiacciate il tasto3 seguito da cancelletto.
il prossimo passo lo faremo con Claudio
imparando ad appiccicare addirittura
dei video da youtube
vi aspettiamo sempre più numerosi
ac
Benvenuto Roberto.
I francesi chiamerebbero vaste programme il tema che proponi, perché è un tema che affonda le radici nella storia italiana (secoli e secoli...). Chi crede che Berlusconi sia all'origine dell'attuale degrado credo si sbagli: Berlusconi ne è la più sfacciata e votata manifestazione. Esattamente come l'affermazione di Benedetto Croce che il fascismo era stato una parentesi aveva un che di consolatorio, così non è il caso di credere che Berlusconi sia una parentesi. Lo si vede anche a sinistra, da come c'è sempre stata una insofferente presa di distanza da persone come Nanni Moretti, Franco Cordero, Marco Travaglio e Piergiorgio Odifreddi, una presa di distanza alla non disturbare il manovratore.
Alberto, lodo le tue buone intenzioni, ma solo se in questo blog ci saranno più di dieci guest che scrivano almeno un post alla settimana e che commentino di frequente con modalità conversative e dialettiche si potrà crescere ad un numero di visite significativo. Aggiungo, ripetendomi, che chi scrive un post deve farsi una domanda preliminare: "Ma quello che scrivo, interessa solo a me o può interessare, essere di stimolo, a qualcun altro?".
L'ipportunità c'è, lo spazio ci sarebbe, ma le condizioni di partenza debbono essere chiare e ben comprese. Non è così, siamo ancora al punto che di questo problema prioritario non si discute come se non esistesse.
Occorre un habitus semplice, ma diverso da quello del messaggio in una bottiglia senza tappo. Che ci voglia del tempo, questo sì, ma come minimo bisogna porsi il problema, capirlo, interiorizzarlo ed agirlo.
Le cose non si fanno da sole, si fanno facendole.
grazie e saluti
Primo
Sottoscrivo parola per parola quanto scritto da Roberto, cioè la diagnosi dei mali italiani. Il problema è la terapia da applicare nell’attuale situazione (apatia, conformismo, servilismo, assuefazione da una parte e preponderante capacità di manipolare l’opinione pubblica dall’altra).
Il fatto è che i cittadini che eleggono assemblee parlamentari e, indirettamente, governo del paese, vivono nella situazione così descritta. I risultati ne sono la logica conseguenza.
Che fare?
Certo, il singolo o gruppi di cittadini possono avviare le iniziative in cui credono, ma quale “bacino di utenza” si raggiunge? Le nuove piazze mediatiche basate su applicazioni della rete non mi sembrano ancora molto diffuse.
E allora, ancora, che fare, prima di pensare a soluzioni estreme (tipo espatrio) o di aspettare interventi soprannaturali?
Saluti
Giorgio
Il punto semplice è che si possono fare più cose di quel che si crede, e farle con efficacia. Solo che è necessario mettersi in discussione, la persona colta e intelligente deve sapersi mettere in discussione: "Che cosa posso fare insieme ad altri e come lo posso fare?" Domanda semplice e difficile. E l'individualismo abitudinario è sempre lì, ad offrirti i suoi alibi.
saluti
Primo
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