di giorgio casera

Da un paio d’anni seguo le conferenze che si tengono nell’aula magna del liceo Zucchi in occasione dei “Darwin days”, in febbraio. L’interesse che hanno suscitato mi ha spinto a conoscere meglio sia la teoria dell’evoluzione che la vita di Charles Darwin.
Perciò ho letto dapprima la sua “Autobiografia” e il propedeutico “Viaggio di un naturalista intorno al mondo”, diario di Darwin nel viaggio di quasi cinque anni a bordo del brigantino
Beagle, che gli permise di effettuare quelle osservazioni che furono spunto per lo sviluppo della sua teoria.
E in seguito, grazie al prestito di Claudio di due edizioni “storiche” (1926), i due volumi “L’origine delle specie” e “L’origine dell’uomo”, volumi tanto interessanti quanto di non facilissima lettura poichè Darwin scriveva per gli addetti ai lavori.
Durante la lettura mi è tornato spesso in mente una vicenda di una ventina di anni fa quando, in estate, durante una sessione di pesca in una spiaggia della Sardegna sud-occidentale, mi capitò di prendere all’amo una rondine di mare. Evento piuttosto raro in un mare di bassi fondali sabbiosi. Non ne avevo mai visto una da vicino ma riconobbi un esemplare di quei pesci volanti che vedevo, da piccolo, dall’alto del piroscafo che andava da Cagliari a Civitavecchia, uscire dall’acqua e volare nell’aria anche per una diecina di metri.

Osservato da vicino l’animale mostrava delle caratteristiche veramente peculiari. Innanzitutto le ali, come delle grandi pinne ma con una conformazione che le rende più adatte al volo che al nuoto, simili a quelle di un uccello, ovviamente senza penne e piume, con una membrana che “tiene” la struttura ossea-cartilaginea: fanno pensare a quelle di un pipistrello. Poi il muso, tozzo, duro, schiacciato, mai visto un pesce così, forse in qualche mare tropicale. Ancora, una certa impressione mi fecero due protuberanze sotto il corpo, all’altezza delle ali, organi apparentemente inutili, e non potei fare a meno di pensare alle zampette di un uccello! Infine, la sorpresa maggiore, la rondine emetteva un verso grave e sordo ad intermittenza, come un grugnito.
Insomma un “pesce” fornito di organi di animali di altre specie.
Al proposito Darwin scriveva:
“In molti casi è al certo assai difficile anche solamente supporre, per quali gradini molti organi siano arrivati al loro stato attuale; tuttavia, considerando che le forme viventi e conosciute sono pochissime al confronto delle estinte ed ignote, sono sorpreso nel vedere, come siano rari gli organi, dei quali non si sappia indicare i gradini che ad essi conducono. E’ certamente vero che raramente o mai in un organismo compariscono di repente nuovi organi, come se fossero creati per uno scopo speciale, ciò che è anche riconosciuto dalla regola vecchia, sebbene un pò esagerata, che dice:
Natura non facit saltum”.
Già, ma da dove viene, e dove va, la rondine di mare?