di giorgio casera
Anche quest’anno, quando posso, vado a sentire i Concerti a Monza. Si tratta di una iniziativa organizzata dalla Società di Concerti Corona Ferrea e dalla Fondazione Gioventù Musicale d’Italia, e sponsorizzata (e penso anche finanziata, almeno in parte) dal Comune di Monza.
Il programma, di cui ho usufrito anche gli anni scorsi, è giunto alla sedicesima edizione mantenendo un buon livello di qualità (lo dico da appassionato di musica “dilettante”); non sono mai stato deluso da alcun concerto. Se poi si guarda all’ albo d’oro della rassegna si scopre che in questa manifestazione hanno suonato solisti di fama mondiale: dai pianisti Buchbinder , Bunin, Alicia De Larrocha, Jorg Demus, Gavrilov, Magaloff, Richter all’organista Simon Preston, ai violinisti Joshua Bell e Uto Ughi, ai chitarristi Alirio Diaz e Narciso Yepes, per non parlare dei complessi cameristici (vedi quartetto Janacek di Praga) e delle grandi orchestre, e grandi direttori, es. Peter Maag. (Peccato che questi grandi si siano esibiti tra fine anni ’80 e primi ’90, quando l’impegno per lavoro e famiglia escludeva quasi tutto il resto).
Anche quest’anno il cartellone sembra promettente. In particolare nel 2010 cade il 200.mo anniversario della nascita di Schumann e Chopin e quindi le loro composizioni (specie per piano) trovano uno spazio consistente. In più c’è una novità, ogni ingresso costa 3 Euro. La cosa non mi meraviglia, in tempi di crisi e di finanziamenti pubblici calanti, specie per la cultura, non è sbagliato chiedere un contributo agli effettivi utilizzatori degli eventi.
Così domenica 15 novembre mi sono recato al concerto inaugurale, previsto al Teatro Villoresi.
In programma brani dei grandissimi Mozart (due Divertimenti), Bach (il Concerto n.2 in Mi magg., il 1042) e Vivaldi (Le Stagioni) eseguiti dalla String Chamber Orchestra, un complesso d’archi rivelatosi più che dignitoso; insomma, come cominciare la festa del patrono con i fuochi artificiali!
Ebbene, a dispetto del programma, nella sala del Villoresi si vedeva uno sparuto numero di spettatori raggruppato nelle vicinanze del palco e, ahimé, larghi settori di poltrone desolatamente vuoti. Sono rimasto abbastanza sorpreso, ricordando i pienoni delle stagioni precedenti: a mò di giustificazione, ho pensato, sarà stata la giornata di pioggia, oppure la domenica di shopping nell’approssimarsi delle Feste. Eppure mi è rimasto un dubbio: non sarà la novità dei 3 Euro che ha funzionato da deterrente?
Beh, ci voleva una controprova. Che è venuta il 10 gennaio alla sala Maddalena, con il pianista Antonio Di Cristofano che ha eseguito famosi brani di Chopin e Schumann. Sono lieto di poter dire che all’ingresso ho trovato una lunga coda alla biglietteria improvvisata e all’inizio del concerto la sala era strapiena, con molte sedie di fortuna sistemate ai lati della sala.
La “soglia” è stata ininfluente.
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sabato 16 gennaio 2010
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2 commenti:
caro Giorgio,
la musica a Monza è un mistero non gaudioso:
i melomani gravitano, per antica abitudine, su Milano,
Scala, Auditorium, Conservatorio, Quartetto.
qui, a parte il teatrino della Villa, (99 posti),
non esistono spazi deputati alla musica,
e si deve ripiegare sulla Maddalena (99 posti)
o peggio ancora su Villoresi o Manzoni,
che sono spazi meno gradevoli,
hanno una acustica non eccelsa,
ma soprattutto una capienza (500/ 800 posti)
che risulta assai superiore
al numero degli appassionati,
che sembrano sempre pochi pellegrini in sale troppo vaste.
la cosa curiosa è che il teatro
ha visto crescere sensibilmente nel corso del tempo
il numero degli spettatori
mentre la musica, anche di fronte ad offerte interessanti,
sembra non in grado di fare altrettanto.
sabato scorso eravamo in Duomo,
abbiamo sentito un eccellente concerto
per due organi e due corni
con un programma di notevole interesse
e di nuovo eravamo assai pochi.
per quanto mi sforzi,
non sono in grado di azzardare
una ipotesi che stia in piedi.
ciao, grazie
a
Ahimè, Giorgio! Mi sono perso il concerto con le musiche di Chopin e Schumann! Sarei andato volentieri, ma preso da tante cose, mi è scappata la data davanti al naso.
Quello che dice Alberto inquadra bene la situazione, per cui bisogna puntare sui 100-150 spettatori al massimo, salvo eccezioni, che sono appunto eccezioni.
Occorre sempre ricordare che siamo a 10 chilometri da Milano: al Conservatorio facevo l'abbonamento a 30 concerti l'anno, più altre opportunità la domenica mattina.
Inoltre c'è che il musicista molto noto ed apprezzato capisce a naso il pubblico che si trova di fronte, e a Monza non c'è la massa critica (il pubblico numeroso e competente è essenziale per la riuscita anche artistica di un concerto).
Sulla spaventevole soglia dei 3 euro, glissons, mi metterei ad ironizzare e non starebe bene, salvo una cosa: un nostro comune amico dice che in Brianza le nonne sanremiste andrebbero di corsa ai concerti di jazz freddo, purché... a gratis!
grazie Giorgio e saluti
Primo
P.S. Complimenti per l'ottimo inserimento laterale nel post delle immagini dei due grandi musicisti: l'html per te non ha più segreti. Ad majora!
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