di giorgio casera
Ieri abbiamo visitato il Museo d’Arte Contemporanea di Lissone. Quel che abbiamo visto ci fornisce ampio materiale per scrivere le nostre impressioni su questo blog e, per parte mia, mi riprometto di contribuire, dopo opportuna riflessione.
Intanto però vorrei anticipare un fatto specifico. Ad un certo punto della mostra si incontrano, disposte su un tavolo e protette da una copertura di plexiglas, quattro copertine di dischi 33 giri di musica jazz, degli anni ’50, disegnate da Sergio Dangelo.
Sergio Dangelo è un pittore surrealista (il più alto rappresentante vivente del surrealismo italiano, come lo definisce una brochure della Libreria Bocca di Milano), anche se la definizione è un po’ troppo schematica per un artista che ha attraversato tutta la movimentata seconda metà del ‘900.
Le quattro copertine, dicevo, sono molto belle, con disegni e colori che esaltano il contenuto, brani di grandissimi artisti jazz americani di quegli anni. Costituiscono dunque, giustamente, degli esemplari di grafica da museo. Sono state disegnate da Dangelo agli inizi della sua attività (ha esposto la prima volta nel 1951), probabilmente per ragioni… commerciali; per questo non se ne trova traccia in rete, che pur abbonda di esemplari delle sue opere (ne riproduco alcune, a titolo di esempio, in questo post).
(Se però Peppino Pizzi, dall’alto della sua autorità a Lissone, riuscisse ad avere le immagini delle quattro copertine… le potremmo inserire nel blog, così sapremmo tutti di che parliamo).
La vista di quelle copertine mi ha ricordato che anch’io ero stato in quel periodo un appassionato di jazz e che avevo voluto conservare (attraverso ben tre traslochi) i dischi migliori; e lo stile di Dangelo mi ricordava qualcuno dei miei vecchi dischi. Dunque, appena rientrato a casa, mi sono affrettato a “consultare gli archivi” ed ho rintracciato effettivamente un vecchio 33 giri del 1955 con una grafica da artista (e contenuto corrispondente: grandi esecutori e brani classici).
E qui, sorpresa, la copertina era firmata, da un certo David Stone Martin. Rapida ricerca in Google e scopro che Martin è stato un famoso pittore, mancato nel 1992, le cui opere sono visibili in diversi musei americani. Per gli appassionati l’intera sua produzione di “jazz album covers” è disponibile in rete (clicca qui). Vale la pena dargli un’occhiata.
Per quanto mi riguarda, cercherò una bella cornice per esporre la “cover” ritrovata nel modo e nel posto che merita.
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1 commento:
grazie Giorgio per l'interessantissimo post.
qualche mese fa ci è capitato di vedere,
al Mart di Rovereto, la mostra Il Secolo del Jazz. Arte, cinema, musica e fotografia da Picasso a Basquiat.
come succede spesso al Mart
la mostra era di straordinario interesse
ma di dimensioni sterminate:
uno dovrebbe entrare la mattina,
fare una pausa pranzo, tornare il pomeriggio,
e magari farci una scappata anche i giorni seguenti.
dal momento che non ci si riesce mai
ci si rassegna a vederla di gran corsa,
o si mettono a tacere i sensi di colpa
comprando un catalogo da 20 kg.
infatti lo abbiamo comprato,
ma poi lo abbiamo regalato al nostro figliolo.
se mi riuscirà di ricuperarlo in visione,
prometto aggiornamenti.
per maggiori informazioni:http://www.teknemedia.net/archivi/2008/11/15/mostra/34114.html
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