Arnoldo e suo fratello Piero erano vecchi amici di Giogio e Piero Colombo, papà e zio di Alberto. Una amicizia allegra che risaliva su per li rami ai loro genitori fino dai tempi in cui erano tutti e quattro, i nonni Foà e i nonni Colombo, giovani sposi a Ferrara.
Dirce e Valentino Foà, Ilda e Alessandro Colombo erano stati vicini di casa e avevano poi mantenuto rapporti per tutta la vita, attraverso trasferimenti e vicissitudini fino a quando i Colombo sono scomparsi tragicamente nella shoah.


Io da ragazzina, ancora lontanissima dal matrimonio e dall'emigrazione al nord, avevo l'incarico insieme ad altri giovani ebrei, di raccogliere le offerte per la comunità ebraica, presso le famiglie e i negozianti di una certa zona. Andavo anche dai Foà. La signora era gentile, vestita di nero, alla cassa, lui burbero e, nel mio ricordo, alto magro e con un camice grigio per non sporcarsi i vestiti, mi faceva un po' paura.

In questi giorni della morte di Arnoldo Foà sono tornati alla mente mia e di Alberto questi ricordi minimi di gente buona e gentile, simile a quella descritta da Primo Levi nel suo racconto Argon del Sistema Periodico.
Le foto le ho prese da Google tranne questa, emersa inopinatamente
rovistando nel fondo del computer:
2 commenti:
Grande Arnoldo, grande uomo e grande attore. A suo agio in ogni ruolo interpretato nella lunghissima e intensa carriera. Brillante, comico, drammatico in teatro e nei film, come deve essere, appunto, un grande interprete. Non posso fare a meno di ricordare (ricordi di ragazzino)il film Totò Sceicco, dove Arnoldo, in un cast dei migliori attori brillanti italiani dell’epoca (anni ’50), da Totò ad Aroldo Tieri, da Carlo Giuffré a Carlo Croccolo a Raimondo Vianello, Ubaldo Lay, Riccardo Billi, recitava la parte del matto nel regno di Atlantide. E poi l’indimenticabile lettura del Lamento per la morte di Ignazio. A distanza di cinquant’anni ricordo ancora tanti versi della poesia …”Verrà l’autunno con le conchiglie, uva di nebbia e monti aggruppati, ma nessuno vorrà guardare i tuoi occhi, perché tu sei morto per sempre …”. Che voce! Che brivido!
Sono arrivato a questo blog cercando notizie del fratello di Arnoldo Foà, Piero. Sono Luca, figlio di Enzo Berardi; mio padre fiorentino del 1917 (Arnoldo Foà era del 1916) frequentava a Firenze i fratelli Arnoldo e Piero e mi raccontava che i genitori Foà erano preoccupati per il futuro di Arnoldo dato che aveva lasciato Economia e Commercio per andare a studiare recitazione a Roma. La vita è davvero cusriosa dato che penso che lui stesso mai avrebbe immaginato che sarebbe diventato uno degli attori italiani più famosi. Un saluto
Luca Berardi
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