Andreas Kipar è un architetto paesaggista di fama internazionale che vive e lavora a Milano, dove ha studio (dall’indicativo nome “Land”) con il collega Charles Jencks. A Milano è stato protagonista in questi anni di molti “progetti (e realizzazioni) di paesaggio”, come vedremo. A Monza è stato responsabile del progetto di riqualificazione dell'area sovrastante il tunnel di Viale Lombardia. Lo scorso anno ha concesso a Novaluna il privilegio di una (affollata) conferenza con riflessioni sul paesaggio urbano, in occasione della Sagra di S. Giovanni, dove non sono mancati, insieme a considerazioni più generali, riferimenti al Parco e alla Villa (vedi alla cronaca della conferenza).
Nel mese di maggio il quotidiano tedesco Die Welt, nel suo numero speciale in italiano edito in occasione dell'Expo, ha voluto dedicargli un articolo sulla sua attività a Milano, a firma di Tobias Bayer, nel quale si manifesta, attraverso le varie realizzazioni, la sua visione di “paesaggio”. Lo riportiamo integralmente qui di seguito.
La città dell'EXPO è una delle metropoli più frenetiche e densamente popolate d'Europa. L'architetto paesaggista Andreas Kipar le ha regalato nuove direttrici verdi. I suoi parchi invitano alla contemplazione.
L'Esposizione Universale è l'occasione per scoprire un'altra Milano, il paesaggista Andreas Kipar ne ha fatto una missione personale, ed e ormai diventato il pollice verde della città. Dal 1984, quando il professore di architettura dell'Università di Essen, dove studiava, lo mandò all'estero, Kipar vive e lavora a Milano. Da allora l'architetto originario di Gelsenkirchen, nella Renania Settentrionale-Vestfalia, e il suo studio LAND piantano un albero dietro l'altro, facendo fiorire fabbriche abbandonate e deserti dì cemento.
A poche centinaia di metri dalla stazione s'innalza la "Collina dei ciliegi". Una rampa di scale conduce alla sua sommità, da dove parte un viale fiancheggiato da alberi di ciliegio. Il viale termina in un belvedere, È mezzogiorno, si fa una pausa. Seduti sui muretti, gli stu¬denti pranzano, alcuni sono sdraiati al sole sull'erba dei prati. In lontananza, offuscati dalla caligine, si vedono i grattacieli di Milano. La cima della “Coliina dei ciliegi" è un ottimo punto per godersi il panorama della città. La Collina dei ciliegi è opera di Kipar. Da qui si dischiude l'orizzonte, afferma. Se chiedi a un Italiano del Sud cosa gli manca a Milano, ti risponderà “Mi manca l'orizzonte”. Ovunque in Italia c'è un orizzonte da vedere. “I Siciliani seduti davanti alla porta di casa non guardano nel vuoto, ma verso l’orizzonte". A Milano invece non lo potevano fare. Per questo abbiamo dotato la città di lunghe direttrici, di corridoi verdi".
La passeggiata prosegue a ovest della città. Le prossime tappe sono la stazione di Lambrate e il campus del Politecnico. Il quartiere di Lambrate ha un'aria un po' disordinata e sciatta: ex aree industriali, un paio di spazi verdi, case nuove accanto a casermoni. Un mix caotico che non offre all'occhio alcun punto fisso. Proseguendo verso sudest ci si ritrova in Via Rubattìno, e il paesaggio cambia radicalmente. Gli spazi angusti e squadrati lasciano posto a una piazza d'ampio respiro, sotto i piloni della circonvallazione si estendono un parco e uno specchio d'acqua. In un campo da calcio alcuni ragazzi rincorrono il pallone, dietro l'area verde spiccano i resti abbandonati degli ex stabilimenti della Maserati.
Un'idea del futuro sì ha quando si arriva alla stazione di Porta Garibaldi, attorno alla quale si è sviluppato il quartiere moderno di Porta Nuova. Uscendo dalla stazione e guardando verso sinistra si vedono due torri residenziali slanciate, che paiono costruite con i mattoncini del Tetris. Sui diversi piani sono distribuite centinaia d'alberi. Si tratta del “Bosco Verticale" un complesso avveniristico che nel 2014 ha vinto l’lnternationàl Highrise Award.
Proseguendo si attraversa una passerella sospesa che porta al complesso di Porta Nuova Varesine. Si cammina senza intoppi, non vi sono semafori nè segnali di stop, non si è costretti a cambiare d'improvviso marciapiede. Il piccolo parco è circondato da grattacieli, al centro spicca uno spazio verde che ricorda la schiena di un rettile. Anche questa è un'opera di Kipar, anche qui regna il silenzio. “Provi a immaginarsi: arriva alla stazione stressato", dice Kipar, “per raggiungere la sua destinazione passa di qui a piedi, e arriva rilassato".
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