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mercoledì 22 aprile 2020

Marco Polo e gli Hobbit dell'isola di Giava

di giorgio casera

Nell’inverno del 2013 ebbi occasione di ascoltare a Monza Telmo Pievani, filosofo della scienza, nell’ambito di un ciclo di conferenze organizzate dal CCR. Pievani era stato impegnato nei mesi precedenti nell’organizzazione della mostra “Homo sapiens – la grande storia della diversità umana”, insieme al genetista Luca Cavalli Sforza, mostra nella quale si illustrava come i primi ominidi, partendo dall’Etiopia e attraverso diverse evoluzioni genetiche, fossero riusciti a popolare l’intero pianeta, adattandosi alle varie condizioni climatiche e al tipo di risorse disponibili per la sopravvivenza nei territori di stanziamento.

Mi aveva incuriosito in particolare una sua affermazione riguardo una recente (2003) scoperta dei resti di piccoli ominidi (un nuovo esponente estinto della specie umana, forse non ancora allo stadio sapiens) vissuti circa fino a 10.000 anni fa, in una piccola isola dell’Indonesia, Flores, non lontana da Giava. L’”omino”, per la scienza “Homo Floresiensis”, fu definito anche l’Hobbit dell’isola di Giava, perché era altro circa un metro.

Homo Floresiensis

(Le leggende locali narrano di una misteriosa razza umana di piccole creature che sarebbe stata avvistata proprio sull’isola di Flores, gli Ebu gogo. La popolazione indonesiana dei Nage (attuale popolazione indigena di Flores) descrive gli Ebu gogo come minuscoli esseri dal corpo peloso, abili camminatori dal naso piatto e la larga bocca, donne dal seno pendulo. Gli Ebu gogo avrebbero parlato un linguaggio proprio, incomprensibile, simile a un mormorio indistinto, e talvolta ripetuto le frasi dette dai Nage come giocosi pappagalli. Sorprendentemente i Nage sono convinti che i piccoli abitanti di Flores abbiano popolato l’isola sino all’arrivo dei portoghesi, vale a dire al 1600, anzi alcuni superstiti di questa razza fiabesca sarebbero stati avvistati anche durante il secolo scorso. Da: Il piccolo uomo del grande oceano. Storia… Controstoria)

Qualche anno più tardi, durante una visita al mercatino dell’usato di Via Bergamo, la domenica mattina, trovai ed acquistai in una bancarella di libri Il Milione di Marco Polo, nell’edizione Einaudi per la Scuola. Lo avevo già letto da ragazzo, ma lo rilessi volentieri. E ci trovai un riferimento che mi fece ricordare la conferenza di Pievani.
Come si sa Marco, verso la fine del 1200 aveva accompagnato il padre e lo zio, esperti nel commercio tra Venezia e i paesi orientali, in un viaggio in Cina, dove erano attesi dal Gran Can. Questi, il Gran Can Cubilai, aveva incaricato i due fratelli Polo di chiedere al Papa Gregorio X l’invio di Missionari in Cina per educare i Tartari, suoi sudditi, ancora terribilmente barbari. Malgrado la risposta sostanzialmente negativa portata dai Polo, Cubilai li accolse amichevolmente e li prese volentieri tutti al suo servizio. Di Marco Cubilai apprezzò l’intelligenza e le capacità e cominciò quindi ad affidargli incarichi di responsabilità, diplomatici e amministrativi. Per svolgere tali incarichi Marco dovette visitare paesi anche assai distanti…
Marco Polo

In uno di questi viaggi, Marco partì da un porto della Cina meridionale, di fronte a Formosa, raggiunse e visitò dapprima le coste dell’attuale Vietnam, in seguito si diresse a sud toccando il Borneo (che lui chiama Grande Java), e poi Sumatra (chiamata piccola Java). In ognuno di questi luoghi si ferma abbastanza per registrare usi e costumi e religione degli abitanti, e le principali risorse dei territori.

Indonesia

E’ nella descrizione della “piccola Java” che ho trovato questi particolari intriganti (considerate che l’isola di Flores è abbastanza vicina a Sumatra):
“In questa isola ci sono numerose scimmie e di diverse specie; ci sono falconi neri adatti all’uccellagione. Voglio farvi sapere che quegli omiciattoli che qualcuno dice di portare dall’India sono un falso, perché li chiamano uomini, invece li fanno in quest’isola e vi dirò come. Qui ci sono molte scimmie piccole con la faccia assai simile a quella umana. Tolgono i peli a queste scimmie, tranne la barba e il pettignone (il pube, ndr), poi le lasciano seccare e le mettono in una forma e le preparano con zafferano e altre cose in modo tale che paiono proprio uomini. Quello che dicono è quindi una gran bugia, perché omiciattoli piccoli così non se ne sono mai visti.” (La sottolineatura è mia)

Vuoi vedere che Marco Polo aveva incontrato senza saperlo gli Hobbit dell’isola di Java?

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