Domenica è venuto a casa mia Giorgio per aiutarmi a sistemare un problema software sul PC. Risolto il problema (che si è puntualmente ripresentato oggi, ma nel giro di un annetto lo sistemeremo), accompagno Giorgio alla macchina e mi fa:
Questo blog era fermo da qualche anno.
Vorremmo ridargli vita dandogli una funzione
un po' diversa, quella di BACHECA,
dove chiunque tra i nostri soci e amici
possa postare direttamente considerazioni,
pensieri, suggestioni, filmati, propri o altrui.
Qui le istruzioni per l'uso.
Visitate anche la nostra pagina Facebook
martedì 16 febbraio 2010
Colpo grosso in Via Bergamo!
di primo

Domenica è venuto a casa mia Giorgio per aiutarmi a sistemare un problema software sul PC. Risolto il problema (che si è puntualmente ripresentato oggi, ma nel giro di un annetto lo sistemeremo), accompagno Giorgio alla macchina e mi fa:
"Verresti con me in Via Bergamo?" Erano anni che non ci andavo, ma mi sono ricordato i bei colpi che ci ho fatto, in quella lunga via monzese in cui si svolgono traffici di ogni tipo - tutti leciti, però. Mi sono ricordato in particolare alcune vecchie guide del Touring Club, quelle grandi con la copertina azzurra, e due numeri praticamente nuovi della sfiziosissima rivista FMR. Niente di tutto ciò, però me n'è successa una bella. Dopo aver salutato un ex collega di lavoro IBM che si dedica da anni con successo al restauro di mobili antichi, Giorgio si aggirava fra libri e soprattutto dischi, io fra i fumetti (Hugo Pratt, Sergio Toppi, Guido Crepax...).
Mi cade lo sguardo su un contenitore in cui c'erano diversi libretti della serie Mursia "Invito alla lettura". In casa ne ho quattro: Gadda, Calvino, Borges, Fenoglio, e mi sono messo a guardare se ce n'era qualcun altro che mi interessava. Avevo già adocchiato l'oggetto delle mie brame (Tozzi), quando sento la voce del giovane aiutante del rivenditore: "Per 10 euro le do tutta la scatola".
L'ho guardato smarrito: sui libretti c'era ancora attaccata la scritta 13.000, l'ultimo prezzo in lire. Il giovane ha creduto che il mio smarrimento dipendesse dal fatto dieci euro mi sembravano troppi e mi dice: "Facciamo 8 euro e non se ne parla più". Ha aggiunto una sacca quasi pregevole, per metterli dentro, solo per quella sacca gli avrei dato 6 euro. Inserisco sei copertine qui come immagini e inserisco l'elenco degli altri libretti che mi sono portato a casa, in ordine di estrazione dalla suddetta sacca:
Bevilacqua, Diego Fabbri, Pomilio, Patti, Prisco, Saviane, Bernari, Cancogni, Dessì, Brignetti, Brancati, Santucci, Berto, Malaparte, Testori, Serao, Zavattini, Castellaneta, Bigiaretti, Natalia Ginzburg, Tomizza, Gramsci, Morselli, Bigongiari, Mario Soldati, Volponi, Bilenchi. Dessì, Santucci e Brancati c'erano doppi e cedo a gratis il doppione (a gratis... facciamo come con lo scambio delle figurine!). Sono libretti gradevoli, ricchi di citazioni degli autori (la cosa più utile). Un film su DVD mi costa, se va bene, 9.99 euro. Mollerò per un po' il cinema e mi dedicherò alla letteratura, per ammortizzare il corposo investimento. Tornando a casa, mi è apparso in un lampo il pensiero segreto del rivenditore: "Finalmente l'ho sbolognata via, 'sta scatola di libri, che ho caricato e scaricato inutilmente sul caminoncino almeno trenta volte!" E' proprio vero, gli affari buoni si fanno in due... viva sempre Via Bergamo!

Domenica è venuto a casa mia Giorgio per aiutarmi a sistemare un problema software sul PC. Risolto il problema (che si è puntualmente ripresentato oggi, ma nel giro di un annetto lo sistemeremo), accompagno Giorgio alla macchina e mi fa:
sabato 13 febbraio 2010
occhio fotografico
di alberto

ora non mi scappa più niente:
il telefonino è sempre attaccato alla cintura.
oltre a mettermi in contatto con amici,
conoscenti, parenti, fornitori
e rompiscatole di ogni tipo
è anche una potente macchina fotografica,
che mi consente di documentare
quel che mi casca sotto gli occhi.
non che la qualità delle foto sia un gran che,
la mia abilità di fotografo
non è cresciuta con il tempo e la tecnologia.
però non ho più rimpianti,
come quella volta che,
sulla circonvallazione di Catania
non fui in grado di immortalare
l'insegna di una lavanderia,
che nelle intenzioni del lavandaio doveva recitare:
Tintoria Smacchia tutto
ma per un perverso gioco delle iniziali colorate
portava alla lettura Stintoria Macchia tutto.

o come nel caso della scritta lunare,
dietro la chiesa del Carmelo, dove per lungo tempo
si è potuto leggere, a caratteri cubitali,
TREMOLADA E' UN VISITORS

ora non mi scappa più niente:
il telefonino è sempre attaccato alla cintura.
oltre a mettermi in contatto con amici,

conoscenti, parenti, fornitori
e rompiscatole di ogni tipo
è anche una potente macchina fotografica,
che mi consente di documentare
quel che mi casca sotto gli occhi.
non che la qualità delle foto sia un gran che,
la mia abilità di fotografo
non è cresciuta con il tempo e la tecnologia.
però non ho più rimpianti,
come quella volta che,
sulla circonvallazione di Catania
non fui in grado di immortalare
l'insegna di una lavanderia,
che nelle intenzioni del lavandaio doveva recitare:
Tintoria Smacchia tutto
ma per un perverso gioco delle iniziali colorate
portava alla lettura Stintoria Macchia tutto.

o come nel caso della scritta lunare,
dietro la chiesa del Carmelo, dove per lungo tempo
si è potuto leggere, a caratteri cubitali,
TREMOLADA E' UN VISITORS
domenica 7 febbraio 2010
Le associazioni irrispettose
di giorgio casera

Si parla in questi giorni, tra l’altro, dei veleni che circolano nei corridoi vaticani in seguito al caso Boffo e dei suoi ultimi sviluppi (la velina che ha provocato le sue dimissioni da l’Avvenire sarebbe stata originata e fatta recapitare al Giornale di Feltri dall’interno della Curia Romana).
Il teologo Vito Mancuso nel commentare la vicenda, oltre ad affermare che per la storia della Chiesa si tratta di niente di nuovo sotto il sole e cita al proposito alcune istruttive vicende storiche, parla di (uomini di Chiesa) imbroglioni che sfruttano il nome di Gesù per la loro sete di potere, per la quale hanno costruito una teologia secondo cui credere in Gesù significa sempre e comunque credere alla Chiesa. Secondo l’impostazione cattolico-romana venutasi a creare soprattutto a partire dal Concilio di Trento la mediazione della struttura ecclesiastica è il criterio decisivo per credere. Lo esemplificano al meglio queste parole di Ignazio de Loyola rivolte a chi “vuole essere un buon figlio della Chiesa”: “Per essere certi in tutto, dobbiamo tenere sempre questo criterio: quello che io vedo bianco lo credo nero, se lo stabilisce la Chiesa gerarchica”.
Due anni fa ho avuto modo di vedere, al benemerito cineforum di Procultura, il film Il dolce e l’amaro di Andrea Porporati. Il film narra dell’iniziazione alla mafia di un ragazzino palermitano (Luigi Lo Cascio), del suo arruolamento e carriera nell’organizzazione fino al suo pentimento.

Indimenticabile la scena in cui, durante l’iniziazione, il ragazzo si trova di giorno in campagna insieme al suo capomafia.
Ad un certo punto il boss gli prende il viso e lo rivolge verso il cielo.
Che cosa vedi? – chiede all’aspirante picciotto.
Il sole.
Non è il sole, è la luna! Dunque cosa vedi?
Il sole. – risponde dopo un pò il ragazzo, un pò interdetto.
Il boss gli riprende il viso con le mani e lo rivolge al cielo.
Guarda bene! Che cosa vedi?
Pausa di riflessione, e poi la risposta:
La luna!
Bravo! – dice ancora il capomafia – Hai capito?
Si. – chiude il ragazzo – Dovevo vedere con gli occhi vostri!

Si parla in questi giorni, tra l’altro, dei veleni che circolano nei corridoi vaticani in seguito al caso Boffo e dei suoi ultimi sviluppi (la velina che ha provocato le sue dimissioni da l’Avvenire sarebbe stata originata e fatta recapitare al Giornale di Feltri dall’interno della Curia Romana).
Il teologo Vito Mancuso nel commentare la vicenda, oltre ad affermare che per la storia della Chiesa si tratta di niente di nuovo sotto il sole e cita al proposito alcune istruttive vicende storiche, parla di (uomini di Chiesa) imbroglioni che sfruttano il nome di Gesù per la loro sete di potere, per la quale hanno costruito una teologia secondo cui credere in Gesù significa sempre e comunque credere alla Chiesa. Secondo l’impostazione cattolico-romana venutasi a creare soprattutto a partire dal Concilio di Trento la mediazione della struttura ecclesiastica è il criterio decisivo per credere. Lo esemplificano al meglio queste parole di Ignazio de Loyola rivolte a chi “vuole essere un buon figlio della Chiesa”: “Per essere certi in tutto, dobbiamo tenere sempre questo criterio: quello che io vedo bianco lo credo nero, se lo stabilisce la Chiesa gerarchica”.
Due anni fa ho avuto modo di vedere, al benemerito cineforum di Procultura, il film Il dolce e l’amaro di Andrea Porporati. Il film narra dell’iniziazione alla mafia di un ragazzino palermitano (Luigi Lo Cascio), del suo arruolamento e carriera nell’organizzazione fino al suo pentimento.

Indimenticabile la scena in cui, durante l’iniziazione, il ragazzo si trova di giorno in campagna insieme al suo capomafia.
Ad un certo punto il boss gli prende il viso e lo rivolge verso il cielo.
Che cosa vedi? – chiede all’aspirante picciotto.
Il sole.
Non è il sole, è la luna! Dunque cosa vedi?
Il sole. – risponde dopo un pò il ragazzo, un pò interdetto.
Il boss gli riprende il viso con le mani e lo rivolge al cielo.
Guarda bene! Che cosa vedi?
Pausa di riflessione, e poi la risposta:
La luna!
Bravo! – dice ancora il capomafia – Hai capito?
Si. – chiude il ragazzo – Dovevo vedere con gli occhi vostri!
sabato 6 febbraio 2010
MAZZINI A MONZA NEL 1848
di Dario Chiarino
L’autrice era un’inglese di Portsmouth, moglie di Alberto Mario, e ha rappresentato uno dei più straordinari testimoni del Risorgimento italiano, anche se non mi risulta che se ne parli a scuola e non ho mai visto in Italia una via a lei intitolata.
Questo suo libro è illustrato da ritratti e stampe di insigni artisti dei quali si possono vedere gli originali nel Museo del Risorgimento di Torino.
Tuttavia, quello che mi ha spinto a scrivere di ciò sul blog di Nova Luna è il fatto che nel libro al capitolo che tratta dell’insurrezione delle cinque giornate di Milano si parla di Mazzini a Monza come semplice milite della legione Garibaldi, anche se la sua permanenza nella nostra città fu molto fugace a causa della negativa conclusione dell’insurrezione
Nel libro con le parole di Giacomo De Medici così è descritta la venuta di Mazzini fra i volontari garibaldini, col fucile in spalla insistendo di marciare quale semplice soldato della legione:
“Un evviva generale acclamava il grande italiano e la legione l’affidava con unanime consenso la sua bandiera Dio e popolo; la marcia era faticosissima, la pioggia cadde in torrenti, eravamo inzuppati fino alla pelle. Benché abituato ad una vita di studio e mai in grado di far molto moto, durante quelle marce la sua serenità non lo abbandonò per un istante e malgrado i nostri consigli non volle mai restare indietro né lasciare la colonna. Vedendo uno dei più giovani volontari vestito di tela, lo coprì costringendolo di portare il suo tabarro. Giunto a Monza e sentita la fatale notizia della capitolazione di Milano e sapendo che un corpo numeroso di cavalli austriaci era stato spedito contro di noi, Garibaldi, non volendo esporre la piccola banda a certa morte, diede ordine di concentrarsi, invitandomi con la mia colonna a coprire la ritirata. Sempre inseguito dal nemico e minacciato da forze assai superiori, la colonna mai vacillò, ma restò compatta e tenne il nemico in scacco. Fu in questa marcia piena di pericolo e difficoltà, che la forza d’animo, l’intrepidità, la decisione che Mazzini possiede in alto grado, non mancò mai, anzi egli era l’ammirazione dei più coraggiosi tra noi. La sua presenza, le sue parole, l’esempio del suo coraggio animava i nostri giovani soldati, che inoltre erano fieri di essergli compagni in pericolo. La sua condotta è stata prova che alle qualità altissime di uomo politico egli aggiunge il coraggio e l’intrepidità del soldato.”
Da Monza la legione di Garibaldi marciò fino a Como e lì la raggiunse la notizia dell’armistizio e la fine di un’illusione.
Il fatto storico è illustrato nel libro da un disegno di Giacomo Mantegazza.
Tuttavia, quello che mi ha spinto a scrivere di ciò sul blog di Nova Luna è il fatto che nel libro al capitolo che tratta dell’insurrezione delle cinque giornate di Milano si parla di Mazzini a Monza come semplice milite della legione Garibaldi, anche se la sua permanenza nella nostra città fu molto fugace a causa della negativa conclusione dell’insurrezione
Nel libro con le parole di Giacomo De Medici così è descritta la venuta di Mazzini fra i volontari garibaldini, col fucile in spalla insistendo di marciare quale semplice soldato della legione:
“Un evviva generale acclamava il grande italiano e la legione l’affidava con unanime consenso la sua bandiera Dio e popolo; la marcia era faticosissima, la pioggia cadde in torrenti, eravamo inzuppati fino alla pelle. Benché abituato ad una vita di studio e mai in grado di far molto moto, durante quelle marce la sua serenità non lo abbandonò per un istante e malgrado i nostri consigli non volle mai restare indietro né lasciare la colonna. Vedendo uno dei più giovani volontari vestito di tela, lo coprì costringendolo di portare il suo tabarro. Giunto a Monza e sentita la fatale notizia della capitolazione di Milano e sapendo che un corpo numeroso di cavalli austriaci era stato spedito contro di noi, Garibaldi, non volendo esporre la piccola banda a certa morte, diede ordine di concentrarsi, invitandomi con la mia colonna a coprire la ritirata. Sempre inseguito dal nemico e minacciato da forze assai superiori, la colonna mai vacillò, ma restò compatta e tenne il nemico in scacco. Fu in questa marcia piena di pericolo e difficoltà, che la forza d’animo, l’intrepidità, la decisione che Mazzini possiede in alto grado, non mancò mai, anzi egli era l’ammirazione dei più coraggiosi tra noi. La sua presenza, le sue parole, l’esempio del suo coraggio animava i nostri giovani soldati, che inoltre erano fieri di essergli compagni in pericolo. La sua condotta è stata prova che alle qualità altissime di uomo politico egli aggiunge il coraggio e l’intrepidità del soldato.”
Da Monza la legione di Garibaldi marciò fino a Como e lì la raggiunse la notizia dell’armistizio e la fine di un’illusione.
Il fatto storico è illustrato nel libro da un disegno di Giacomo Mantegazza.
Dario
venerdì 29 gennaio 2010
Le semplificazioni terribili
di Claudio
Questo post può essere visto come la prosecuzione del precedente
Le analogie possibili
Che hanno in comune gli esempi riportati? Che la gestione mediatica anziché ridurre amplifica l’effetto perverso dell’intervento, sino a produrre un aggravio della situazione iniziale, e la cura prescritta diviene causa della malattia.
Questo post può essere visto come la prosecuzione del precedente
Le analogie possibili
Situazione Intervento Gestione mediatica Buona parte delle amministrazioni pubbliche, e degli enti parastatali, sono paralizzate da burocrazia, incapacità di adeguarsi alle nuove esigenze dei loro utenti, mancanza di professionalità dei dirigenti, con un organico pletorico.Mancano metriche significative. Si assume come unico parametro di efficienza, in luogo del valore dei servizi erogati, il numero degli addetti presenti, e si promuove una campagna contro l’assenteismo. Si pubblicizzano i dati sull’assenteismo, nessuno spazio viene dato alla analisi dei servizi erogati. Gli agglomerati urbani con poco utilizzo del trasporto pubblico, specie in un territorio poco ventoso, hanno un altissimo tasso di inquinamento atmosferico. Si alzano le soglie di tollerabilità.Si blocca il traffico privato, con un elevatissimo numero di deroghe, in una minuscola zona del territorio Ci si stupisce del fallimento dell’intervento, e si dà pubblica evidenza di questo stupore. Si perde la guerra, ci si infila in un catena infinita (o circolare) di illeciti finanziari e non solo, e, si licet parva componere magnis, la propria squadra di calcio perde. Si crea la teoria del complotto. Tutti i media vengono invasi dagli esperti di piani e complotti, dai fornitori di giustificazioni, dai coniatori di sloganCamerati, siamo stati traditiLa magistratura ha un piano preciso contro X.C’è una congiura della classe arbitrale
Che hanno in comune gli esempi riportati? Che la gestione mediatica anziché ridurre amplifica l’effetto perverso dell’intervento, sino a produrre un aggravio della situazione iniziale, e la cura prescritta diviene causa della malattia.
domenica 24 gennaio 2010
come creare un post
di alberto
dedicato a Maurizio che ha avuto qualche difficoltà:
si entra nel blog da google inserendo nella finestra di ricerca: http://novalunamonza.blogspot.com/
sopra il logo compare una striscia scura:
cliccare sulla destra su Entra
si viene invitati ad accedere con il proprio account google
se uno ancora non ce l'ha se lo costruisce seguendo le istruzioni,
in sostanza dando il proprio @ndirizzo mail e una password.
A questo punto nella striscia scura si dovrebbe leggere Nuovo post
cliccandoci sopra si apre questo editor, tipo quello di word,
un po' semplificato, che comunque ti concede di scegliere:
-un carattere tra 5 o 6
-la dimensione: piccolissimo piccolo normale grande grandissimo
-grassetto
-inclinato
-colore del carattere
-la possibilità di rendere linkabile quel che scrivi
-gli allineamenti: a sx, centrato, a dx, giustificato
-gli elenchi numerati o puntati
-citazione (non so come funzioni)
-controllo ortografico
-inserimento immagine
-inserimento di un video
la cosa più interessante sono le immagini,
perché danno insieme sostanza e leggerezza al post;
per inserirle occorre ricercarle nel proprio computer o nella rete,
portarle sul desktop, e, dopo cliccata la fotina nel menu,
selezionarla con il comando sfoglia,
dirgli come la vuoi, grande media o piccola,
allineata a sx, centrata o a dx,
quindi, cliccando su carica immagine,
si lascia frullare e si clicca su completato,
indi, verificato con l'anteprima 2-3 volte,
si da il comando definitivo pubblica post.
soprattutto le prime volte si tribola un poco
anche perché l'anteprima che viene fornita
è in realtà assolutamente mendace,
ma con un po' di buona volontà si riesce a trionfare.
non dimenticare di aggiungere le etichette,
per la rintracciabilità e il tuo nome subito sotto il titolo.
buona fortuna
a
dedicato a Maurizio che ha avuto qualche difficoltà:
si entra nel blog da google inserendo nella finestra di ricerca: http://novalunamonza.blogspot.com/
sopra il logo compare una striscia scura:
cliccare sulla destra su Entra
si viene invitati ad accedere con il proprio account google
se uno ancora non ce l'ha se lo costruisce seguendo le istruzioni,
in sostanza dando il proprio @ndirizzo mail e una password.
A questo punto nella striscia scura si dovrebbe leggere Nuovo post
cliccandoci sopra si apre questo editor, tipo quello di word,
un po' semplificato, che comunque ti concede di scegliere:

-un carattere tra 5 o 6
-la dimensione: piccolissimo piccolo normale grande grandissimo
-grassetto
-inclinato
-colore del carattere
-la possibilità di rendere linkabile quel che scrivi
-gli allineamenti: a sx, centrato, a dx, giustificato
-gli elenchi numerati o puntati
-citazione (non so come funzioni)
-controllo ortografico
-inserimento immagine
-inserimento di un video
la cosa più interessante sono le immagini,
perché danno insieme sostanza e leggerezza al post;
per inserirle occorre ricercarle nel proprio computer o nella rete,
portarle sul desktop, e, dopo cliccata la fotina nel menu,
selezionarla con il comando sfoglia,
dirgli come la vuoi, grande media o piccola,
allineata a sx, centrata o a dx,
quindi, cliccando su carica immagine,
si lascia frullare e si clicca su completato,
indi, verificato con l'anteprima 2-3 volte,
si da il comando definitivo pubblica post.
soprattutto le prime volte si tribola un poco
anche perché l'anteprima che viene fornita
è in realtà assolutamente mendace,
ma con un po' di buona volontà si riesce a trionfare.
non dimenticare di aggiungere le etichette,
per la rintracciabilità e il tuo nome subito sotto il titolo.
buona fortuna
a
mercoledì 20 gennaio 2010
Le analogie possibili
di claudio
JURIS PRINCIPIA SUNT HAEC:
ONESTE VIVERE
ALTERUM NON LEDERE
SUUM CUIQUE TRIBUERE
Dati di fatto | Problema | Soluzione |
Il letto di Procuste non è a geometria variabile | Gli ospiti non si adattano al letto | Gli ospiti vengono forzatamente allungati ed accorciati |
La sezione dei cadaveri conferma che uomini e donne hanno un numero pari di costole | Non vi è corrispondenza tra una asserzione della Bibbia ed un dato sperimentale | Si proibisce di sezionare i cadaveri |
Il cannocchiale rivela la esistenza dei pianeti, e delle loro fasi | Viene messo in crisi il sistema aristotelico/tolemaico | Si vieta l’uso del cannocchiale |
Il dittatore, come ogni uomo, commette degli errori | La stampa evidenzia gli errori del dittatore | La libera stampa è vietata |
Le scoperte scientifiche danno fondate basi alla teoria evoluzionistica | Alcuni dogmi di alcune religioni sono contradditori | Le scoperta scientifiche vengono definite non scientifiche |
L’Olocausto (o meglio gli Olocausti) sono un fatto storico indiscutibile | Alcune coscienze non sono in grado di ammettere responsabilità individuali e collettive | Gli Olocausti, per principio, non sono mai esistiti |
A nessuno, avendo poche chance di assoluzione, piace essere processato | Si rischiano credibilità politica, reputazione personale, patrimonio | Si pone un obiettivo temporale irrangiungibile, rebus sic stantibus, passato il quale processo, giudizio, pena evaporano |
JURIS PRINCIPIA SUNT HAEC:
ONESTE VIVERE
ALTERUM NON LEDERE
SUUM CUIQUE TRIBUERE
sabato 16 gennaio 2010
La soglia
di giorgio casera

Anche quest’anno, quando posso, vado a sentire i Concerti a Monza. Si tratta di una iniziativa organizzata dalla Società di Concerti Corona Ferrea e dalla Fondazione Gioventù Musicale d’Italia, e sponsorizzata (e penso anche finanziata, almeno in parte) dal Comune di Monza.
Il programma, di cui ho usufrito anche gli anni scorsi, è giunto alla sedicesima edizione mantenendo un buon livello di qualità (lo dico da appassionato di musica “dilettante”); non sono mai stato deluso da alcun concerto. Se poi si guarda all’ albo d’oro della rassegna si scopre che in questa manifestazione hanno suonato solisti di fama mondiale: dai pianisti Buchbinder , Bunin, Alicia De Larrocha, Jorg Demus, Gavrilov, Magaloff, Richter all’organista Simon Preston, ai violinisti Joshua Bell e Uto Ughi, ai chitarristi Alirio Diaz e Narciso Yepes, per non parlare dei complessi cameristici (vedi quartetto Janacek di Praga) e delle grandi orchestre, e grandi direttori, es. Peter Maag. (Peccato che questi grandi si siano esibiti tra fine anni ’80 e primi ’90, quando l’impegno per lavoro e famiglia escludeva quasi tutto il resto).

Anche quest’anno il cartellone sembra promettente. In particolare nel 2010 cade il 200.mo anniversario della nascita di Schumann e Chopin e quindi le loro composizioni (specie per piano) trovano uno spazio consistente. In più c’è una novità, ogni ingresso costa 3 Euro. La cosa non mi meraviglia, in tempi di crisi e di finanziamenti pubblici calanti, specie per la cultura, non è sbagliato chiedere un contributo agli effettivi utilizzatori degli eventi.
Così domenica 15 novembre mi sono recato al concerto inaugurale, previsto al Teatro Villoresi.

In programma brani dei grandissimi Mozart (due Divertimenti), Bach (il Concerto n.2 in Mi magg., il 1042) e Vivaldi (Le Stagioni) eseguiti dalla String Chamber Orchestra, un complesso d’archi rivelatosi più che dignitoso; insomma, come cominciare la festa del patrono con i fuochi artificiali!
Ebbene, a dispetto del programma, nella sala del Villoresi si vedeva uno sparuto numero di spettatori raggruppato nelle vicinanze del palco e, ahimé, larghi settori di poltrone desolatamente vuoti. Sono rimasto abbastanza sorpreso, ricordando i pienoni delle stagioni precedenti: a mò di giustificazione, ho pensato, sarà stata la giornata di pioggia, oppure la domenica di shopping nell’approssimarsi delle Feste. Eppure mi è rimasto un dubbio: non sarà la novità dei 3 Euro che ha funzionato da deterrente?
Beh, ci voleva una controprova. Che è venuta il 10 gennaio alla sala Maddalena, con il pianista Antonio Di Cristofano che ha eseguito famosi brani di Chopin e Schumann. Sono lieto di poter dire che all’ingresso ho trovato una lunga coda alla biglietteria improvvisata e all’inizio del concerto la sala era strapiena, con molte sedie di fortuna sistemate ai lati della sala.
La “soglia” è stata ininfluente.

Anche quest’anno, quando posso, vado a sentire i Concerti a Monza. Si tratta di una iniziativa organizzata dalla Società di Concerti Corona Ferrea e dalla Fondazione Gioventù Musicale d’Italia, e sponsorizzata (e penso anche finanziata, almeno in parte) dal Comune di Monza.
Il programma, di cui ho usufrito anche gli anni scorsi, è giunto alla sedicesima edizione mantenendo un buon livello di qualità (lo dico da appassionato di musica “dilettante”); non sono mai stato deluso da alcun concerto. Se poi si guarda all’ albo d’oro della rassegna si scopre che in questa manifestazione hanno suonato solisti di fama mondiale: dai pianisti Buchbinder , Bunin, Alicia De Larrocha, Jorg Demus, Gavrilov, Magaloff, Richter all’organista Simon Preston, ai violinisti Joshua Bell e Uto Ughi, ai chitarristi Alirio Diaz e Narciso Yepes, per non parlare dei complessi cameristici (vedi quartetto Janacek di Praga) e delle grandi orchestre, e grandi direttori, es. Peter Maag. (Peccato che questi grandi si siano esibiti tra fine anni ’80 e primi ’90, quando l’impegno per lavoro e famiglia escludeva quasi tutto il resto).

Anche quest’anno il cartellone sembra promettente. In particolare nel 2010 cade il 200.mo anniversario della nascita di Schumann e Chopin e quindi le loro composizioni (specie per piano) trovano uno spazio consistente. In più c’è una novità, ogni ingresso costa 3 Euro. La cosa non mi meraviglia, in tempi di crisi e di finanziamenti pubblici calanti, specie per la cultura, non è sbagliato chiedere un contributo agli effettivi utilizzatori degli eventi.
Così domenica 15 novembre mi sono recato al concerto inaugurale, previsto al Teatro Villoresi.

In programma brani dei grandissimi Mozart (due Divertimenti), Bach (il Concerto n.2 in Mi magg., il 1042) e Vivaldi (Le Stagioni) eseguiti dalla String Chamber Orchestra, un complesso d’archi rivelatosi più che dignitoso; insomma, come cominciare la festa del patrono con i fuochi artificiali!
Ebbene, a dispetto del programma, nella sala del Villoresi si vedeva uno sparuto numero di spettatori raggruppato nelle vicinanze del palco e, ahimé, larghi settori di poltrone desolatamente vuoti. Sono rimasto abbastanza sorpreso, ricordando i pienoni delle stagioni precedenti: a mò di giustificazione, ho pensato, sarà stata la giornata di pioggia, oppure la domenica di shopping nell’approssimarsi delle Feste. Eppure mi è rimasto un dubbio: non sarà la novità dei 3 Euro che ha funzionato da deterrente?
Beh, ci voleva una controprova. Che è venuta il 10 gennaio alla sala Maddalena, con il pianista Antonio Di Cristofano che ha eseguito famosi brani di Chopin e Schumann. Sono lieto di poter dire che all’ingresso ho trovato una lunga coda alla biglietteria improvvisata e all’inizio del concerto la sala era strapiena, con molte sedie di fortuna sistemate ai lati della sala.
La “soglia” è stata ininfluente.
venerdì 15 gennaio 2010
dialogo tra uno spettatore ed un professore
di edoardo
Il dialogo si svolge via mail, in seguto alla visione del film "KATYN" dopo che il professore, a fine proiezione, ha commentato la pellicola.
caro professore,
sempre con la massima stima per la sua onestà intellettuale, sia io che mia moglie e qualche altro spettatore siamo rimasti stupiti per la sua affermazione che il validissimo e civile film di ieri sera non abbia avuto sufficiente distribuzione in italia per colpa ..del PD, PDS, DS e PCI, che , praticamente decidono sulla distribuzione delle pellicole in Italia!
Le allego tre ritagli di giornale, uno dell'Unità in cui, oltre a valorizzare questa pellicola, si invitano tutti i lettori a recarsi a vederlo: l'altro, della Repubblica (e il terzo di un giornale in line) in cui, oltre a parlarne in termini positivi, si stigmatizza il fatto che i grandi distributori, quelli delle multisale (che non mi pare siano succubi della dittatura culturale della sinistra), continuano a penalizzare pellicole indipendenti per motivi commerciali e -forse- politici: non è successo lo stesso con qualche film di Michael Moore, e di un film su Berlusconi (non il Caimano), che si è visto solo in sale private?
Non ha detto lei che Putin ha rimesso il segreto di stato su quell'episodio? Non sarà che "forse" il proprietario della Medusa Film non vuole dispiacere all'amico già capo del KGB?
Inoltre, se cerca su internet alla voce film Katyn, troverà una serie di segnalazioni di cinema d'essai e centri sociali dove si è proiettato questo film.
L'unica recensione negativa l'ha fatta Michele Anselmi sul ..Giornale in marzo 2009, anche se è stato poi subito sconfessato dal suo direttore.
Come avrà visto la sua affermazione, ieri sera ha subito dato adito al commento "e così si vede a chi è realmente in mano l'informazione in Italia"!
Se questa mia la convincesse, mi piacerebbe che facesse una una sua breve precisazione al riguardo, in occasione della prossima proiezione.
Con stima e simpatia
lo spettatore
egregio spettatore,
indubbiamente suggestiva la sua affermazione su berlusconi - putin; tuttavia katyn è crimine staliniano e il film ha avuto grande successo in proiezione solenne a mosca. (invece sembra che dopo la prima proiezione è stato ritirato. n.d.spett.)
invece negli articoli da Lei inviatimi si ricorda che la mostra di venezia - indubbiamente governata dalla sinistra, con i suoi film indulgenti sui terroristi (veda ultima edizione) e le innumerevoli pellicole contro berlusconi, ivi ospitate non ha accettato in concorso uno dei pochi capolavoir del nuovo millennio cinematografico
certo unità e repubblica devono parlarne bene, ma poco
se si riaprisse in italia un dibattito su katyn diverrebbe subito un dibattito sulle menzogne del PCI che non solo sconfessò l'allora titolato testimone italiano (non ricorod il nome) al riguardo (anni cinquanta) ma che ne pretese la cacciata dall'università di napoli dove insegnava medicina
il passato non passa mai quando è di queste proporzioni tragiche e la zelante connivenza italiana (del pci e dell'unità, giornale che è tutt''ora nelle edicole e ora parla bene del film!!! ma, si sa, fecero lo stesso per tito, grande eroe fino al giorno in cui divenne sporco fascista per ordine di stalin, sempre sulle pagine dell'unità) su katyn è una macchia nella storia della sinistra italiana non minore dell'appoggio all'invasione dell'ungheria che fu addirittura sollecitata da togliatti
riaprire un simile dibattito in italia, lo stato che ospitò il più potente partito comunista occidentale, sarebbe un vero e propio gesto masochistico per il pd che egemonizza, senza possibilità di dubbio, la cinematografia italiana dal 1945 (sulle tv il discorso è differente)
dunque meglio far finta di niente - film televisivo ecc.
così mi sembra, e così sembra anche a wajda (vedi sue dichiarazioni) - d'altronde che certo passato non passi lo dimostrano il divieto recente in polonia di esibire qualunque simbolo comunista, ora parificato ai simboli nazisti e la bocciatura di d'alema a min. esteri europeo proprio a causa del suo passato nel pci
così mi sembra, ma posso sbagliare
grazie per la graditissima mail
cordialmente
il professore
caro professore,
certamente anch'io posso sbagliare e comunque non ritengo di possedere certezze assolute, salvo quella che tra dittature e democrazie (reali) sto decisamente dalla parte di queste ultime, pur con tutti gli inconvenienti che queste possano avere: per farmi intendere meglio sono stato sempre Mazziniano nonchè grande estimatore (ed amico) dello scrittore Claudio Magris del quale condivido spessisimo il contenuto dei suoi scritti.
Spero pertanto che non mi voglia catalogare anche lei tra i "comunisti" se ritengo sempre validi principi della rivoluzione americana (De Toqueville, Montesquieu), la dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789, la dichiarazione dell'ONU del 1948, ecc.e invece detesto gli atteggiamenti populisti e falsamente semplificatori (per non dire altro) dei vari personaggi passati e attuali.
Tornando alla distribuzione del film Katyn, le ricordo che fu comunque proiettato a Venezia, sia pue in "tono" minore (gli imbecilli esistono d'appertutto, bisogna vedere solo dove sono la maggioranza), e che se le case di distribuzione (non certo di sinistra!)avessero ritenuto che fosse un film di cassetta, non avrebbero esitato un solo momento ad aggiudicarselo: business is business!
Comunque la ringrazio di aver voluto colloquiare con me e le rinnovo stima e simpatia
lo spettatore
caro spettatore,
sono sempre stato certo che un netto rifiuto del totalitarismo comunista accomuni il nostro (suo e mio) modo di vedere
diciamo che il mio anticomunismo arriva a considerare i totalitarismi di destra quali disgraziate reazioni transitorie alla minaccia comunista (pinochet - franco - mussolini e perfino hitler)
insomma nel mio modo di pensare la storia niente comunisti - nessun fascismo
inoltre rimango dell'idea che tra i due mali il fascismo (nelle sue varie forme) sia migliore in quanto lascia agli individui la libertà nella sfera economica mentre il comunismo toglie ogni forma di libertà, politica ed economica
concordo ovviamente sui principi generali (diritti dell'uomo) e sulla difesa della democrazia anche se non ho gran simpatia per il 1789 da cui discesero il terrore e la macelleria napoleonica
penso che, nel tempo, diverrà più importante il 1989
tra i selvaggi di rousseau e e i lupi di hobbes, scelgo i lupi
cordialmente
il professore
caro professore,
sempre che abbia tempo e voglia per continuare questo interessante scambio di opinioni, vorrei aggiungere qualche considerazione.
Come saprà anche Croce (ed altri liberali) ritenevano che il fascismo sarebbe stato un male transitorio (non ricordo le precise parole): purtroppo, secondo me, se non fossimo entrati in guerra (persa), avremmo ancora qualche bel regime autoritario: la maggioranza degli Italiani spesso (ma non sempre) preferiscono essere sudditi (delegare) e non cittadini (partecipare).
E il fascismo, non solo non era liberale, ma nemmeno liberista: il corporativismo, il protezionismo, la lotta alle democrazie plutocratiche e reazionarie!
Siamo entrambi d'accordo che il comunismo ha fallito tragicamente, ma non lo confonderei con il socialismo che aveva cercato di dare risposte rivelatesi sbagliate a problemi sociali che esistevano e sussistono.
Anchio non ho nessuna..simpatia per la degenerazione della rivoluzione francese, che, come è noto fu voluta dalla borghesia, anche se più tardi seguì tutto "il terzo stato".: ma il cambiamento culturale che ne conseguì in tutta Europa è qualcosa che ancora oggi viviamo. E' deprecabile anche Napoleone che "esportò " per primo la democrazia con le armi, solo che, a differenza di Bush con lui le idee (che per primo tradì) si diffusero.
E poi quale era la situazione politica alla fine del '700 in Europa? E la restaurazine con il Congresso di Vienna dopo?
Senza i principi (e non gli eccessi) del 1789 ci sarebbe stata la lotta agli assolutismi, la Carboneria, i moti liberali, il '48, il Risorgimento Italiano?
Non ho capito il riferimento a Rousseau: mi ricordo che lui parlava del "buon" selvaggio che viene traviato dalla società (troppo vecchie reminiscenze scolastiche!)
Una parola sulla libertà economica: il liberismo di Smith, Ricardo ecc. mi pare che abbia portato un indubbio e grande sviluppo economico, ma abbia di molto accentuato il divario economico tra gli stati e dentro gli gli stati: sempre se si considera un valore non un'astratta "egalitè", ma una accettabile distribuzione della ricchezza ed eguali opportunità per le persone e le nazioni.
Mi pare che oggi ci sia una rivalutazione di Keynes, senza trascurare il neo-colbertismo di Tremonti, non le sembra?
Se non ha tempo per rispondermi non mi offendo!
con stima e simpatia
lo spettatore
Quello scambio di opinioni si fermò qui.
Mi piacerebbe che qualcuno volesse aggiungere qualcosa
Edoardo
Il dialogo si svolge via mail, in seguto alla visione del film "KATYN" dopo che il professore, a fine proiezione, ha commentato la pellicola.
caro professore,
sempre con la massima stima per la sua onestà intellettuale, sia io che mia moglie e qualche altro spettatore siamo rimasti stupiti per la sua affermazione che il validissimo e civile film di ieri sera non abbia avuto sufficiente distribuzione in italia per colpa ..del PD, PDS, DS e PCI, che , praticamente decidono sulla distribuzione delle pellicole in Italia!
Le allego tre ritagli di giornale, uno dell'Unità in cui, oltre a valorizzare questa pellicola, si invitano tutti i lettori a recarsi a vederlo: l'altro, della Repubblica (e il terzo di un giornale in line) in cui, oltre a parlarne in termini positivi, si stigmatizza il fatto che i grandi distributori, quelli delle multisale (che non mi pare siano succubi della dittatura culturale della sinistra), continuano a penalizzare pellicole indipendenti per motivi commerciali e -forse- politici: non è successo lo stesso con qualche film di Michael Moore, e di un film su Berlusconi (non il Caimano), che si è visto solo in sale private?
Non ha detto lei che Putin ha rimesso il segreto di stato su quell'episodio? Non sarà che "forse" il proprietario della Medusa Film non vuole dispiacere all'amico già capo del KGB?
Inoltre, se cerca su internet alla voce film Katyn, troverà una serie di segnalazioni di cinema d'essai e centri sociali dove si è proiettato questo film.
L'unica recensione negativa l'ha fatta Michele Anselmi sul ..Giornale in marzo 2009, anche se è stato poi subito sconfessato dal suo direttore.
Come avrà visto la sua affermazione, ieri sera ha subito dato adito al commento "e così si vede a chi è realmente in mano l'informazione in Italia"!
Se questa mia la convincesse, mi piacerebbe che facesse una una sua breve precisazione al riguardo, in occasione della prossima proiezione.
Con stima e simpatia
lo spettatore
egregio spettatore,
indubbiamente suggestiva la sua affermazione su berlusconi - putin; tuttavia katyn è crimine staliniano e il film ha avuto grande successo in proiezione solenne a mosca. (invece sembra che dopo la prima proiezione è stato ritirato. n.d.spett.)
invece negli articoli da Lei inviatimi si ricorda che la mostra di venezia - indubbiamente governata dalla sinistra, con i suoi film indulgenti sui terroristi (veda ultima edizione) e le innumerevoli pellicole contro berlusconi, ivi ospitate non ha accettato in concorso uno dei pochi capolavoir del nuovo millennio cinematografico
certo unità e repubblica devono parlarne bene, ma poco
se si riaprisse in italia un dibattito su katyn diverrebbe subito un dibattito sulle menzogne del PCI che non solo sconfessò l'allora titolato testimone italiano (non ricorod il nome) al riguardo (anni cinquanta) ma che ne pretese la cacciata dall'università di napoli dove insegnava medicina
il passato non passa mai quando è di queste proporzioni tragiche e la zelante connivenza italiana (del pci e dell'unità, giornale che è tutt''ora nelle edicole e ora parla bene del film!!! ma, si sa, fecero lo stesso per tito, grande eroe fino al giorno in cui divenne sporco fascista per ordine di stalin, sempre sulle pagine dell'unità) su katyn è una macchia nella storia della sinistra italiana non minore dell'appoggio all'invasione dell'ungheria che fu addirittura sollecitata da togliatti
riaprire un simile dibattito in italia, lo stato che ospitò il più potente partito comunista occidentale, sarebbe un vero e propio gesto masochistico per il pd che egemonizza, senza possibilità di dubbio, la cinematografia italiana dal 1945 (sulle tv il discorso è differente)
dunque meglio far finta di niente - film televisivo ecc.
così mi sembra, e così sembra anche a wajda (vedi sue dichiarazioni) - d'altronde che certo passato non passi lo dimostrano il divieto recente in polonia di esibire qualunque simbolo comunista, ora parificato ai simboli nazisti e la bocciatura di d'alema a min. esteri europeo proprio a causa del suo passato nel pci
così mi sembra, ma posso sbagliare
grazie per la graditissima mail
cordialmente
il professore
caro professore,
certamente anch'io posso sbagliare e comunque non ritengo di possedere certezze assolute, salvo quella che tra dittature e democrazie (reali) sto decisamente dalla parte di queste ultime, pur con tutti gli inconvenienti che queste possano avere: per farmi intendere meglio sono stato sempre Mazziniano nonchè grande estimatore (ed amico) dello scrittore Claudio Magris del quale condivido spessisimo il contenuto dei suoi scritti.
Spero pertanto che non mi voglia catalogare anche lei tra i "comunisti" se ritengo sempre validi principi della rivoluzione americana (De Toqueville, Montesquieu), la dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789, la dichiarazione dell'ONU del 1948, ecc.e invece detesto gli atteggiamenti populisti e falsamente semplificatori (per non dire altro) dei vari personaggi passati e attuali.
Tornando alla distribuzione del film Katyn, le ricordo che fu comunque proiettato a Venezia, sia pue in "tono" minore (gli imbecilli esistono d'appertutto, bisogna vedere solo dove sono la maggioranza), e che se le case di distribuzione (non certo di sinistra!)avessero ritenuto che fosse un film di cassetta, non avrebbero esitato un solo momento ad aggiudicarselo: business is business!
Comunque la ringrazio di aver voluto colloquiare con me e le rinnovo stima e simpatia
lo spettatore
caro spettatore,
sono sempre stato certo che un netto rifiuto del totalitarismo comunista accomuni il nostro (suo e mio) modo di vedere
diciamo che il mio anticomunismo arriva a considerare i totalitarismi di destra quali disgraziate reazioni transitorie alla minaccia comunista (pinochet - franco - mussolini e perfino hitler)
insomma nel mio modo di pensare la storia niente comunisti - nessun fascismo
inoltre rimango dell'idea che tra i due mali il fascismo (nelle sue varie forme) sia migliore in quanto lascia agli individui la libertà nella sfera economica mentre il comunismo toglie ogni forma di libertà, politica ed economica
concordo ovviamente sui principi generali (diritti dell'uomo) e sulla difesa della democrazia anche se non ho gran simpatia per il 1789 da cui discesero il terrore e la macelleria napoleonica
penso che, nel tempo, diverrà più importante il 1989
tra i selvaggi di rousseau e e i lupi di hobbes, scelgo i lupi
cordialmente
il professore
caro professore,
sempre che abbia tempo e voglia per continuare questo interessante scambio di opinioni, vorrei aggiungere qualche considerazione.
Come saprà anche Croce (ed altri liberali) ritenevano che il fascismo sarebbe stato un male transitorio (non ricordo le precise parole): purtroppo, secondo me, se non fossimo entrati in guerra (persa), avremmo ancora qualche bel regime autoritario: la maggioranza degli Italiani spesso (ma non sempre) preferiscono essere sudditi (delegare) e non cittadini (partecipare).
E il fascismo, non solo non era liberale, ma nemmeno liberista: il corporativismo, il protezionismo, la lotta alle democrazie plutocratiche e reazionarie!
Siamo entrambi d'accordo che il comunismo ha fallito tragicamente, ma non lo confonderei con il socialismo che aveva cercato di dare risposte rivelatesi sbagliate a problemi sociali che esistevano e sussistono.
Anchio non ho nessuna..simpatia per la degenerazione della rivoluzione francese, che, come è noto fu voluta dalla borghesia, anche se più tardi seguì tutto "il terzo stato".: ma il cambiamento culturale che ne conseguì in tutta Europa è qualcosa che ancora oggi viviamo. E' deprecabile anche Napoleone che "esportò " per primo la democrazia con le armi, solo che, a differenza di Bush con lui le idee (che per primo tradì) si diffusero.
E poi quale era la situazione politica alla fine del '700 in Europa? E la restaurazine con il Congresso di Vienna dopo?
Senza i principi (e non gli eccessi) del 1789 ci sarebbe stata la lotta agli assolutismi, la Carboneria, i moti liberali, il '48, il Risorgimento Italiano?
Non ho capito il riferimento a Rousseau: mi ricordo che lui parlava del "buon" selvaggio che viene traviato dalla società (troppo vecchie reminiscenze scolastiche!)
Una parola sulla libertà economica: il liberismo di Smith, Ricardo ecc. mi pare che abbia portato un indubbio e grande sviluppo economico, ma abbia di molto accentuato il divario economico tra gli stati e dentro gli gli stati: sempre se si considera un valore non un'astratta "egalitè", ma una accettabile distribuzione della ricchezza ed eguali opportunità per le persone e le nazioni.
Mi pare che oggi ci sia una rivalutazione di Keynes, senza trascurare il neo-colbertismo di Tremonti, non le sembra?
Se non ha tempo per rispondermi non mi offendo!
con stima e simpatia
lo spettatore
Quello scambio di opinioni si fermò qui.
Mi piacerebbe che qualcuno volesse aggiungere qualcosa
Edoardo
domenica 3 gennaio 2010
Incontro di civiltà
di annalisa
Agosto 1980.
Siamo in viaggio con il nostro camperino tra Tunisia e Algeria. Da veri incoscienti attraversiamo coi bambini il difficile confine tra Tunisia e Algeria e ci inoltriamo in un paese bellissimo, selvaggio e poco abitato. Tra le montagne dell'Atlante e il mare: così doveva essere l'Italia più di cento anni fa.
Arrivati a Chetaibi, villaggio sul mare dove Alberto deve vedere qualcuno del comune per possibili lavori, veniamo presi in consegna da Ahmed. Ci trova un posto sicuro dove campeggiare, ci porta pane e cocomeri, e ci invita, cosa rara, a casa sua, a conoscere sua moglie e i suoi figli e figlie.
Nessuno sa che siamo ebrei, non è prudente. L'Algeria ha cancellato anche i cimiteri di una delle più antiche comunità della diaspora.
Ahmed, mentre ci porta, a passo di parata, in macchina a casa sua, ci da la sua versione della vera fede, l'Islam, convinto di parlare a dei cattolici. E' una conversazione tra le più illuminanti che abbia mai avuto, l'apertura su un mondo che non conosco che per sentito dire o per pregiudizi.
Veniamo accolti da re, ricoperti di doni e di dolci squisiti. Chelabiya, moglie di Ahmed, chiede: ma non avete una casa? Dobbiamo sembrarle zingari.
Ripartiamo. Pochi giorni dopo ci fermiamo per una notte in un villaggio-ghetto della Snam. Dopo quasi un mese vediamo un telegiornale italiano. A Bologna, nell'occidente civilizzato, scoppia la bomba della strage alla stazione.

Siamo in viaggio con il nostro camperino tra Tunisia e Algeria. Da veri incoscienti attraversiamo coi bambini il difficile confine tra Tunisia e Algeria e ci inoltriamo in un paese bellissimo, selvaggio e poco abitato. Tra le montagne dell'Atlante e il mare: così doveva essere l'Italia più di cento anni fa.
Arrivati a Chetaibi, villaggio sul mare dove Alberto deve vedere qualcuno del comune per possibili lavori, veniamo presi in consegna da Ahmed. Ci trova un posto sicuro dove campeggiare, ci porta pane e cocomeri, e ci invita, cosa rara, a casa sua, a conoscere sua moglie e i suoi figli e figlie.

Nessuno sa che siamo ebrei, non è prudente. L'Algeria ha cancellato anche i cimiteri di una delle più antiche comunità della diaspora.

Ahmed, mentre ci porta, a passo di parata, in macchina a casa sua, ci da la sua versione della vera fede, l'Islam, convinto di parlare a dei cattolici. E' una conversazione tra le più illuminanti che abbia mai avuto, l'apertura su un mondo che non conosco che per sentito dire o per pregiudizi.
Veniamo accolti da re, ricoperti di doni e di dolci squisiti. Chelabiya, moglie di Ahmed, chiede: ma non avete una casa? Dobbiamo sembrarle zingari.
Ripartiamo. Pochi giorni dopo ci fermiamo per una notte in un villaggio-ghetto della Snam. Dopo quasi un mese vediamo un telegiornale italiano. A Bologna, nell'occidente civilizzato, scoppia la bomba della strage alla stazione.
Iscriviti a:
Post (Atom)